Riscoprire Lia Pasqualino Noto. A Palermo
Via Dante 310, Palermo ‒ fino al 1° luglio 2018. Palermo rende omaggio a una delle sue artiste, innescando un efficace dialogo fra passato e presente. Nella cornice della dimora che le apparteneva.
Superato il portone del palazzetto che si affaccia su Via Dante, sulla parete di sinistra ecco Battaglia un grande formato che Lia Pasqualino Noto dipinse del 1947. Quattro scalini più in là, nel vano dell’ascensore, compare Il gioco è finito, dipinto per l’occasione nel 2018 dalla tedesca (ma residente per un lungo periodo nella capitale siciliana) Sara Buckner. La chiave della mostra, pensata dalla curatrice Geraldine Blais, è proprio questa: un progetto espositivo che rende omaggio all’artista palermitana attraverso la partecipazione di presenze significative del panorama artistico contemporaneo, invitate a relazionarsi con l’opera di questa grande dame della scena artistica italiana del primo dopoguerra.
Lia Pasqualino Noto ha percorso tutto il ‘900 (è nata nel 1909 e si è spenta nel 1998) ed è una voce femminile davvero singolare nel clima culturale degli Anni Trenta, che ha acquistato una certa notorietà dentro e fuori la Sicilia con il Gruppo dei Quattro insieme ai compagni Renato Guttuso, Nino Franchina e Giovanni Barbera. “Le nostre riunioni in casa mia si svolgevano fra lo studio e il salotto, due grandi camere che sono rimaste quasi come allora”, racconta in una lettera la pittrice.
LA MOSTRA
Il progetto di Geraldine Blais, inserito nel programma di Palermo Capitale italiana della cultura e patrocinato dalla GAM della città, apre per la prima volta la casa-studio della pittrice palermitana. E questa è senza dubbio la sua carta vincente. Non si tratta di un palazzo o di una dimora di grandi proporzioni. La famiglia di Lia Pasqualina Noto apparteneva alla facoltosa borghesia dell’isola (il marito chirurgo era a capo di una clinica privata), ma non alla nobiltà palermitana, ancora oggi croce e delizia della città.
L’impianto curatoriale ora ha riunito, oltre ad alcune opere mai esposte di Lia e quelle di artisti contemporanei di varia provenienza, una selezione di lavori realizzati ad hoc dai singoli componenti della “familia” di Lia, una parentesi voluta al fine di restituire l’eredità che l’artista ha lasciato nelle esperienze delle generazioni successive, tutte composte esclusivamente da artisti.
Le opere esposte negli ambienti familiari della casa di Via Dante creano un insieme visivo disposto fra passato e presente, dando spazio a nomi del calibro di John Armleder / Morgane Tschiember, Gianluca Concialdi, Nicolas Deshayes, Patrizio Di Massimo, Anna Franceschini, Gelitin, Chantal Joffe, Sonia Kacem, Athena Papadopoulos, Diego Perrone, Maia Regis, Francesco Simeti e Kiki Smith.
‒ Aldo Premoli
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