Sculture, rumori e partiture musicali. Massimo de Caria a Milano
Assab One, Milano ‒ fino al 20 luglio 2018. L’ex sede industriale della GEA, dal 2002 convertita in spazio espositivo, ospita la personale di Massimo de Caria. Un ambiente cinetico attraversato da sculture instabili, rumori metallici e composizioni musicali.
Tra il 2013 e il 2018 Massimo de Caria (Napoli,1968) costruisce un corpus di installazioni mobili, assemblando materiali prettamente scultorei con elementi prelevati da una vecchia fabbrica di macchine affrancatrici. Dalle forme grezze ma armoniche e dall’incessante suono dei motori, questi corpi ibridi guardano con una certa malinconia al neorealismo, come se i vecchi pezzi industriali avessero bisogno di un sostegno materiale più prezioso e contemporaneo. Una piuma rotante accarezza una pietra, un batuffolo di cotone collegato a un braccio meccanico fa vibrare una bacchetta metallica, mentre una candela accesa, compiendo giri su se stessa, rovescia la propria cera e contamina il pavimento.
Laddove l’installazione non è dotata di suono proprio, le composizioni di Paolo Ricci, realizzate ad hoc, producono un’eco immateriale che dà voce alle sculture. Insomma, un ambiente immersivo, anche se l’allestimento di Giorgio Verzotti da un lato assicura il carattere esperienziale della mostra, dall’altro rischia di soffocare i lavori per l’eccessivo dialogo con il luogo industriale circostante.
‒ Arianna Cavigioli
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