A Venezia il collezionismo si racconta. Grazie alla rassegna targata A plus A
Proseguono in Laguna gli incontri con i collezionisti contemporanei messi a punto dalla galleria A plus A e ospitati da Hotel Danieli e Gritti Palace. Dopo Antonio Dalle Nogare e Pedro Barbosa, è la volta di Alain Servais e Karsten Schmitz
“What is more contemporary than contemporary?”. È questo il claim che accompagna la nuova iniziativa della galleria A plus A di Venezia nell’ambito della School for Curatorial Studies di cui è promotrice. L’idea è semplice e di richiamo: dare voce a quattro collezionisti internazionali appassionati di arte emergente ed entusiasti di condividere i propri intenti con gli allievi e un ristretto gruppo di ospiti.
Il tutto nella cornice di due alberghi lagunari di lusso, l’Hotel Danieli e il Gritti Palace, direttamente coinvolti nel progetto. Non un museo, dunque, né una sede galleristica, ma due eccellenze alberghiere a fare da sfondo a un ciclo di incontri che guardano al presente e all’immediato futuro, nell’ottica di innescare eventuali collaborazioni virtuose con il territorio. I collezionisti, oltre a narrare le ragioni delle proprie scelte artistiche e lo spirito che anima le loro raccolte, sono anche invitati a scoprire lo scenario culturale veneziano e a confrontarsi con gli studenti sul tema della contemporaneità in genere.
I PROTAGONISTI
È toccato all’altoatesino Antonio Dalle Nogare aprire le danze, evocando, insieme a Katia Tenti, le origini di una collezione oggi custodita in periferia di Bolzano, all’interno di un edificio costruito nel rispetto della natura circostante. Una sorta di casa museo dove trovano spazio le opere realizzate in situ da artisti del calibro di Dan Graham e Robert Barry, ma anche di personalità più giovani quali Landon Metz e RayyaneTabet. Pedro Barbosa, invece, ha guidato il pubblico fra le trame della sua collezione, avviata in Brasile, alla fine degli Anni Novanta, con una scultura di Jesús Rafael Soto e poi cresciuta lungo un duplice binario, quello dell’arte concettuale e quello della creatività ultra-contemporanea, ben esemplificata dai giovani artisti newyorkesi e brasiliani selezionati da Barbosa.
Gli ultimi due incontri, previsti il 22 giugno e il 7 luglio, accenderanno i riflettori su Alain Servais e Karsten Schmitz. Di stanza a Bruxelles, Servais ha riunito la sua raccolta in una ex fabbrica a nord della città belga, affermandosi come uno dei primi collezionisti di digital art impegnato a sostenere gli artisti attraverso un programma di residenze. Il tedesco Karsten Schmitz ha istituito a Lipsia la Federkiel Foundation, luogo di incontro aperto fra territorio, artisti e abitanti. Per Schmitz è fondamentale conoscere di persona gli autori delle opere da lui collezionate, entrando in dialogo diretto con loro e veicolandone il messaggio al grande pubblico.
‒ Arianna Testino
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