Memoria e identificazione. Aldo Tagliaferro a Milano
Osart Gallery, Milano ‒ fino al 6 ottobre 2018. Incollati alle pareti dello spazio un po’ asettico della galleria milanese tredici riporti fotografici su tela emulsionata e alcuni studi su carta di Aldo Tagliaferro. Lo stesso scorcio di Bellagio, ripreso in diverse ore del giorno e associato a date fittizie, restituisce la continua trasformazione del punto di vista sul reale.
“Il mio lavoro vuole essere una registrazione del comportamento dell’uomo e della struttura nella quale è inserito”, così scrisse Aldo Tagliaferro (Legnano, 1936) nelle sue annotazioni di lavoro, ratificando il fondato rapporto dell’artista con il contesto socio culturale in cui opera. In un processo di rilevamento-rivelamento il fotografo non si limita alla mera registrazione del reale, ma ne restituisce uno sguardo critico, o, nel caso di Memoria – Identificazione, in una variabilità temporale, la pluralità di sguardi.
Una cinta muraria, il cielo comasco e i pennacchi di alcuni alberi sono racchiusi in un’immagine che si ripete sotto tonalità differenti a seconda dell’orario di scatto. Il formato della scansione consequenziale e le diverse annate riportate a bordo stampa enunciano l’impossibilità di catalogare in modo univoco il reale a causa del continuo cambiamento della percezione che ne abbiamo. Tagliaferro equipara la fotografia a una “struttura da rielaborare”, spezza la pura serialità variandone formati e cromie.
‒ Arianna Cavigioli
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