Amnistia. Residui d’Italia coloniale a Milano
Accademia di Brera, Milano ‒ fino al 10 agosto 2018. La Sala Napoleonica, all’interno del primo cortile dell’Accademia di Brera, si presenta oscura, cinematografica. La mostra è una prefazione contemporanea sull’immaginario coloniale dell’Italia del XIX secolo. Tra interventi di Rossella Biscotti, Bekele Mekonnen e Sammy Baloji, accompagnati anche da “Inconscio italiano” di Guadagnino.
Amnistia è il risultato finale di un lungo processo di ricerca e confronto, da parte di un gruppo di studentesse e studenti del biennio di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali dell’Accademia di Belle Arti di Brera, con la supervisione dei loro docenti. Forse per questo motivo la collettiva si presenta come una prefazione, più che come un epilogo, rispetto al vasto e delicato tema dell’estinzione e, allo stesso momento, della rielaborazione mnemonica dei reati commessi in ambito coloniale, da parte dello Stato italiano. Il cinema, come uno sfondo retroilluminato sugli immaginari storiografici tra Italia ed Etiopia, fonda la legenda del linguaggio di Amnistia. Mentre, al di là degli schermi, la videoinstallazione Freedom of Movement (2017) di Nina Fischer e Maroan el Sani ripercorre l’impresa e il tragitto del corridore etiope Abebe Bikila e si fonde con La cinematografia è l’arma più forte (2003–2018) di Rossella Biscotti e l’intervento sincretico, metonimico, tra vanghe e forchette, di Bekele Mekonnen, presso la Graduate School for Film Studies all’Università di Addis Abeba.
‒ Ginevra Bria
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