Archeologia dell’immaginario. Wael Shawky a Napoli
Galleria Lia Rumma, Napoli – fino al 28 luglio 2018. Memoria e formazione di tradizioni aliene, altre, prendono forma in racconti filmati, idoli di bronzo o incorporate nei gesti e nei comportamenti quotidiani collettivi, nei luoghi. Città arroccate offrono l'idea di scontri mitici ed è la stessa memoria ad apparire contesa tra vestimenti arabi, architetture europee e il potere sincretico dell'immaginazione.
Località e creature mitiche prodotte da Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) prendono forma in una serie di immagini molteplici, ereditate o volontarie, ragionate o spontanee. La manipolazione della realtà cede a conoscenze e fantasie, piega il passato sia nell’esperienza artistica che fuori di essa scardinando i cassetti della memoria.
La civiltà evocata in sculture e disegni promuove da sé un discorso uniformante del proprio esserci stata, mostra topografie omogenee e costumi condivisi, unicum autorappresentativo. In mostra è un sentimento d’appartenenza a identità segrete e dimenticate, ancora in grado di mobilitare forme simboliche. Il potenziale sovversivo del ricordo e dell’immaginazione agisce infatti sul presente e provoca spostamenti di animali fantastici, bronzi inediti con città turrite sul dorso. Attraverso montagne seminate d’antichità, il passaggio provoca esplorazioni in luoghi di non-attaccamento. I richiami ai surrealisti nelle forme sono evidenti, il messaggio-immagine, invece, traspare con la concretezza di resoconti di scavo. Sogno dei propri antenati, archeologia dell’immaginario.
‒ Raffaele Orlando
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