Arte contemporanea in dieci tappe. Fra Langhe e Monferrato
Affonda le radici nel territorio di confine tra Liguria e Piemonte la Via del Sale, l’itinerario creativo che, dal 14 luglio al 7 ottobre, torna ad animare i paesi situati lungo il corso del fiume Bormida. Un viaggio a tappe incentrato sul connubio arte-paesaggio.
Linguaggi contemporanei, storia, natura e territorio. Sono questi gli ingredienti alla base della Via del Sale, l’iniziativa che, dopo qualche anno di pausa, si accinge a prendere nuovamente forma tra Alta Langa e Val Bormida, nel solco di rotte commerciali dal sapore antico. Una via, quella del sale proveniente dalla Francia, che oggi rivive grazie alle opere di un gruppo di artisti contemporanei installate in dieci località nel raggio di settanta chilometri. Il fil rouge sono le anse del fiume Bormida, vera e propria bussola di un itinerario alla scoperta di Langhe e Monferrato. La rassegna, frutto del sodalizio, nel 2002, tra l’artista francese Jean Gaudaire-Thor, Silvana Peira, presidente dell’associazione Il Fondaco di Bra, e lo scrittore Nico Orengo, celebra la sua decima edizione ‒ curata dalla stessa Peira e da Marco Enrico Giacomelli ‒ ampliando i propri orizzonti e dando spazio a personalità affermate ed emergenti. L’obiettivo? Rinsaldare il legame con le comunità locali e valorizzare un patrimonio paesaggistico esterno alle rotte più battute, il tutto grazie all’energia creativa degli artisti coinvolti.
CASTELLO DI MONESIGLIO ‒ GIANNI COLOSIMO
Da sempre interessato alla potenzialità del gesto ‒ sia nella declinazione pittorica sia in quella performativa ‒ Gianni Colosimo (Santa Severina, 1953) espone nel castello dell’antichissima Monesiglio alcuni interventi della serie Il mantra dell’artista, intrapresa nel 2014. La frase “Un giorno diventerò famoso”, promessa e illusione di una celebrità sempre più agognata, dirige lo sguardo fra le storiche sale del castello, assumendo le sembianze di un mantra universale, ripetuto in lingue e grafie diverse e sovrapposte.
CASTELLO DEGLI SCARAMPI ‒ SALICETO ‒ GIOBERTO NORO
Come si descrive un elemento prettamente visuale? E come si può ricondurre al linguaggio, scritto o parlato, un elemento che supera i limiti della parola? Traggono spunto da questi interrogativi i quattro scatti fotografici installati da Gioberto Noro ‒ sintesi delle personalità di Sergio Gioberto (Torino, 1952) e Marilena Noro (Rosta, 1961) ‒ nel Castello degli Scarampi di Saliceto, centro d’arte nel cuore dell’alta valle Bormida. Una riflessione attorno al tema del verde e della natura, che invita lo sguardo a liberarsi di facili cliché.
TORRE ‒ CAMERANA ‒ GOSIA TURZENIECKA
Otto acquerelli di Gosia Turzeniecka (Opoczno, 1974) accompagnano l’ascesa all’alta Torre di Camerana, da cui si gode una strepitosa vista dell’area circostante. Realizzate sui supporti più disparati, le opere dell’artista polacca evocano frammenti di storie, volti e architetture, unendo alla padronanza della tecnica pittorica una poetica delicata ma ben definita. Un mix efficace, da ammirare anche durante la discesa dalla cima della Torre.
CHIESA DI SANT’ANTONIO ‒ CAMERANA ‒ MAURA BANFO
Si resta a Camerana, più precisamente nella zona del paese chiamata Contrada, per varcare la soglia della Chiesa di Sant’Antonio, dove trovano dimora gli interventi di Maura Banfo (Torino, 1969). Un nido argenteo, fatto di legno trattato con resina e zincatura a freddo, fotografie solarizzate che ritraggono coppie di cicogne in amore e una rosa che si specchia: queste opere dettano il ritmo di un allestimento intimo, sul filo di atmosfere domestiche e di tempi sospesi.
PIEVE DI CORTEMILIA ‒ HILARIO ISOLA
Le architetture romaniche della Pieve di Santa Maria a Cortemilia avvolgono le sculture in argilla di Hilario Isola (Torino, 1976). Dormienti, come il titolo che le accompagna, questi volti spezzati si nascondono negli anfratti, esterni e interni, della pieve, al contempo rifugio e palcoscenico per figure volutamente mancanti di un prima e di un dopo. Visi che si confondono nella stratificazione della Storia, traendo da essa la propria ragion d’essere.
ORATORIO DI SANTA MARIA IMMACOLATA ‒ SAN GIORGIO SCARAMPI ‒ BARBARA BONFILIO E MOIRA FRANCO
È frutto di un dialogo a distanza la serie di disegni realizzati a quattro mani da Barbara Bonfilio (Belvedere Marittimo, 1969) e Moira Franco (Cuneo, 1978) e allestiti nell’Oratorio di San Giorgio Scarampi, la cui pianta risale all’epoca secentesca. A cavallo di comunicazioni postali e telematiche fra Cosenza e New York, i disegni hanno conquistato una fisicità ben esaltata dagli allestimenti, che alternano un affastellamento di cornici bianche disposte a terra e un doppio ideale, nei toni del nero, appeso di taglio alla parete opposta dell’Oratorio.
CASTELLO ‒ MONASTERO BORMIDA ‒ PAOLO GRASSINO
Non c’è alcuna ostentazione di monumentalità nella scultura posta da Paolo Grassino (Torino, 1967) su un piedistallo nel cortile del castello di Monastero Bormida. Coperta da un cappuccio e con le mani nascoste nella tasca della felpa, questa figura non rivela alcun segno distintivo che aiuti ad ascriverla a rassicuranti categorie di appartenenza. Colpisce lo sguardo il fascio di rami che si dipartono dal suo volto, protendendosi perentoriamente in avanti e delineando senza ombra di dubbio il terreno di indagine dell’artista: il legame, purtroppo non sempre armonioso, fra uomo e natura.
GIPSOTECA GIULIO MONTEVERDE ‒ BISTAGNO ‒ AZAB
Fotografia, videoarte e performance si mescolano nella pratica creativa di AZAB, entità nata dalle iniziali di Alessia Zuccarello (Caltagirone, 1975) e Alessandra Barilla, autrici di una ricognizione attorno alla ricerca del sé, testimoniata dalle opere in mostra alla Gipsoteca Giulio Monteverde di Bistagno. Una ricerca fra le pieghe delle dinamiche interiori, che trova nel linguaggio video un efficace canale narrativo.
PALAZZO LIGNANA DI GATTINARA ‒ FONDAZIONE ELISABETH DE ROTHSCHILD ‒ RIVALTA BORMIDA ‒ FABIO VIALE
La sua dimestichezza nel plasmare la materia marmorea è un fatto noto. Dalla barca in grado di galleggiare agli aeroplanini fino agli pneumatici, Fabio Viale (Cuneo, 1975) imprime al marmo le sembianze più varie, senza tuttavia comprometterne la natura. Con la stessa maestria ha dato vita a Bride, la scultura del 2013 allestita alla Fondazione Elisabeth de Rothschild di Rivalta Bormida: una imponente mano solcata da una trama di tatuaggi, che evocano il dramma delle spose bambine.
COMPLESSO CONVENTUALE DI SAN FRANCESCO ‒ CASSINE ‒ VALERIO BERRUTI
Raro esempio di gotico lombardo, il complesso conventuale di San Francesco accoglie i dieci affreschi su tela di juta appesi da Valerio Berruti (Alba, 1977) lungo le due navate della chiesa. Liberi di incontrare il cammino dello spettatore, gli affreschi altri tre metri oscillano al suo passaggio, dispiegando in sequenza i movimenti della bambina protagonista dell’opera. Ancora una volta è il tema dell’infanzia a dominare questo ciclo di affreschi, giunto per la prima volta in Italia a dieci anni di distanza dalla sua realizzazione per la mostra Magnificat alla Keumsan Gallery di Seoul.
‒ Arianna Testino
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