La scatola nera di Dario Agrimi invade Trani
Palazzo Beltrani, Trani – fino al 26 agosto 2018. Dieci anni di produzione artistica concentrati al piano nobile di Palazzo Beltrani. In una mostra irriverente che mescola i medium più diversi.
Cosa accade se si apre la scatola nera? Come in un moderno vaso di Pandora, scoperchiando lo scrigno vengono fuori paure, insicurezze e preoccupazioni che da sempre accompagnano l’esistenza umana. Dario Agrimi (Atri, 1980) mette in campo il suo linguaggio ironico, a tratti blasfemo e iconoclasta, in cui riversa slogan, cliché, oggetti animati e immagini della cultura pop che si trasformano in spunti di riflessione per lo spettatore.
L’irriverente Agrimi si insedia in stanze, anfratti, angoli nascosti, cortili e servizi del palazzo tranese. Nessuno spazio è risparmiato all’allestimento, pensato per accogliere i vari mezzi con cui si esprime l’artista. Dalle videoinstallazioni alle polaroid in bianco e nero, animali vivi e in tassidermia, fino alle prove pittoriche, gli spazi raccolgono il meglio della produzione di Agrimi dell’ultimo decennio. Non mancano le sculture iperrealiste, a grandezza naturale e di forte impatto, che definiscono la parte più spettacolare e mediatica del percorso dell’artista e che saranno in mostra anche durante i dialoghi di Trani (dal 18 al 23 settembre a Palazzo Beltrani) in un’esposizione sul tema della paura.
Il percorso è un dedalo di emozioni contrastanti, che accompagnano i visitatori nel complesso linguaggio dell’arte contemporanea, portandoli a riflettere sul delicato legame tra arte e religione, società contemporanea, amore e paura, sintetizzato in una parola: passione.
‒ Isabella Battista
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