Il giardino segreto. Laura Cionci a Volterra
Palazzo dei Priori, Volterra ‒ fino al 2 settembre 2018. La città toscana ospita la personale di Laura Cionci intitolata “Il Giardino segreto”, a cura di Marco Izzolino. Una mostra concepita come un’esperienza artistica per la comunità, i suoi residenti e i visitatori temporanei, che si pone in continuità con una ricerca realizzata dall’artista nella città di Medellin, in Colombia. Il curatore descrive il progetto nel dettaglio.
Il progetto è nato da una rilettura dell’omonimo libro di Frances Hodgson Burnett. Il giardino raccontato nel romanzo è stato interpretato come luogo vivente in grado di rendere possibile l’incontro tra persone che nella propria vita non si sono mai incontrate. Il ‘giardino segreto’ è metafora delle conoscenza che travalica i limiti di tempo e di spazio, racchiude l’eredità di chi lo ha creato e si fa tramite dell’adattamento della natura alle esigenze dell’uomo e dell’uomo alle leggi dalla natura. Così come un libro, il giardino è il luogo per la conoscenza di chi non c’è più; ma mentre il libro consente di conoscerne il pensiero, il giardino ne manifesta le emozioni e le aspirazioni quotidiane. Il libro continua a vivere nel pensiero delle persone che lo leggono, il giardino continua a vivere nella cura delle persone che lo proteggono. Tuttavia, in quanto luogo vivente, il giardino può continuare a esistere indipendentemente dalla volontà di chi può o non può averne cura. Tutte le azioni, compreso l’abbandono, raccontano di chi lo ha creato ma anche soltanto posseduto. Al contrario di un libro, dunque, un giardino non può mai veramente scomparire, come del resto ci dimostrano i tanti horti e viridaria e i tanti semi ritrovati a Ercolano e Pompei, nascosti sotto strati di lava o di cenere. Creare un giardino significa davvero creare qualcosa che sia ‘per sempre’. Ritrovare un giardino segreto o nascosto può allora davvero significare ritrovare storie, racconti di vita o delle ‘radici’ (sic!) che si pensava di aver dimenticato.
LA RESIDENZA
Durante un periodo di residenza a Volterra, Laura Cionci (Roma, 1980) ha incontrato alcuni dei proprietari (e/o custodi) dei giardini privati e segreti della città: i luoghi in cui, più che nei monumenti, si manifesta la relazione tra la cultura locale e l’ambiente che la ospita, che ha radici molto antiche e profonde ed è parte integrante, e spesso inconsapevole, della vita della comunità. Cionci ha chiesto direttamente loro cosa si nasconda nei loro giardini e cosa proteggano i recinti o i muri che li delimitano. Questo lavoro di ricerca ha portato alla luce tante storie non raccontate, tutte racchiuse entro le mura storiche di Volterra, storie uniche di cui non si sa ancora nulla ‒ o forse pochissimo ‒ in questa città pur tanto studiata. L’artista ha così realizzato e presentato un video nel quale sono raccolte le immagini e le testimonianze di queste storie che narrano di un meccanismo di adattamento: di come la comunità locale, riutilizzando quanto il passato le ha lasciato in eredità (antiche mura, vene d’acqua, pozzi, cisterne, ecc.) ha saputo riadattarlo alle nuove esigenze di relazione con la natura, portandovi anche nuove piante (e animali) anche non autoctoni. Memorie recenti si accostano a quelle più antiche; passato e presente si accumulano all’interno delle mura di Volterra, che continuano senza soluzione di continuità a farsi custodi di testimonianze di vita.
I luoghi nascosti scoperti da Laura Cionci sono stati mappati e rappresentati in una grande carta topografica ridisegnata appositamente a seguito di questo lavoro di ricerca, consegnata al Comune di Volterra e presente in mostra. In questa mappa, 19 giardini segreti ‒ soltanto l’inizio di un lavoro che potrebbe essere ulteriormente ampliato ‒ fanno da cornice alla grande area con rovine archeologiche e necropoli presente al centro della città antica e sembrano estenderne la sacralità e il mistero.
La comunità locale non è stata soltanto oggetto di ricerca e di racconto, ma è stata anche il principale attore chiamato a intervenire nella costruzione della mostra; il progetto artistico-curatoriale ha infatti dato centralità a una grande installazione che coinvolge attivamente tutti i visitatori, con l’intento di fondere la finalità didattica con l’esperienza artistica. Tutti coloro che accedono alla mostra sono infatti chiamati a intervenire nella composizione di un gigantesco giardino astratto: una grande installazione che ‘registrerà’ nel tempo, durante tutto il corso della esposizione, il contributo di ogni singolo visitatore alla composizione di un ‘giardino collettivo’ di Volterra. L’artista nel suo lavoro di ricerca ha individuato quattro piante molto diffuse nella zona del Volterrano, ne ha realizzato quattro disegni, che a loro volta sono stati trasformati in altrettanti timbri; con questi il visitatore può liberamente aggiungere il profilo di una delle quattro piante su una serie di pannelli bianchi posti sul pavimento della grande sala espositiva, a comporre la pianta geometrica di un grande giardino all’italiana.
I DISEGNI
I disegni delle quattro piante, completati con colori ad acquerello, sono stati poi incorniciati ed esposti nella stessa grande sala. Pur se rappresentano piante molto comuni in Toscana, questi disegni acquerellati non le ritraggono in modo realistico. Le piante disegnate da Laura si ispirano infatti alle illustrazioni presenti nel Manoscritto Voynich, un misterioso codice miniato, probabilmente risalente al XV secolo. Questo manoscritto utilizza un sistema di scrittura che a tutt’oggi non è stato ancora decifrato e un idioma che non appartiene ad alcun sistema alfabetico-linguistico conosciuto, ma la ragione principale per cui da molti studiosi è considerato il codice più misterioso al mondo è che contiene immagini di piante non identificabili con alcun vegetale attualmente noto o che si pensi sia mai stato presente sulla terra. Con la scelta di ispirarsi a questo manoscritto Laura Cionci manifesta così il mistero che si nasconde dietro ogni singola pianta. Una specie vegetale è il frutto di una lunghissima evoluzione, spesso di lunghi spostamenti o di grandi cambiamenti climatici, alcune specie animali possono essere intervenute nel determinarne il cambiamento e l’uomo a plasmarne determinate caratteristiche per le proprie esigenze. Dietro l’origine di una pianta o di determinati fattori che ne hanno sancito l’evoluzione si nasconde un mistero ancora tutto da scoprire: se si potesse andare indietro nel tempo e si potessero rappresentare le specie vegetali che popolavano la terra in un lontano passato, forse ci sorprenderemo nel non riuscire a riconoscerne nessuna. I misteri che custodiscono i giardini segreti di Volterra sono forse molto più antichi e profondi dei luoghi stessi in cui sono ospitati!
L’INSTALLAZIONE SONORA
A chiudere il cerchio del Giardino segreto è una installazione sonora che ci riconduce nuovamente al punto di partenza, cioè al libro di Hodgson Burnett e in particolare alla descrizione del giardino al centro della narrazione, che è più volte ritratto in varie stagioni dell’anno in modo così colorito e accattivante che il lettore può immaginarsi sempre di passeggiare al suo interno o di sedersi all’ombra di uno dei suoi alberi. Nella seconda sala espositiva, appositamente oscurata, il visitatore è invitato a sdraiarsi e a rilassarsi su un grande materasso quadrato al centro della sala ugualmente quadrata (di nuovo la geometria dei giardini all’italiana). Ad accompagnarlo la voce dell’artista stessa che racconta di una passeggiata in un giardino immaginario, nel quale piante, fiori e frutti riempiono di significato i suoi passi; si tratta di un testo che Laura Cionci ha scritto dopo aver assorbito le suggestioni dei luoghi segreti di Volterra. Il giardino non si vede, ma è dappertutto: le sue forme, i suoi odori e i suoi colori colpiscono i sensi di chi entra in quella stanza buia e lo/la sorprendono in modo inaspettato… a volte lo dimentichiamo, ma una delle caratteristiche di un giardino, forse proprio una delle sue funzioni, è quella di attivare l’immaginazione di chi vi entra, stimolandolo/la a proiettarsi in un luogo dove possa trovarsi circondato/a soltanto dalla natura.
‒ Marco Izzolino
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati