Undeleted: l’artista Vuk Ćosić ricorda gli ebrei sloveni uccisi durante il nazismo
Volti reali e volti immaginati in una serie di poster d'artista. Per le strade di Lubiana, in Slovenia, Vuk Ćosić ricorda gli ebrei deportati e uccisi dai nazisti
Una serie di manifesti d’artista ha invaso nei giorni scorsi le strade di Lubiana, in Slovenia. L’autore è Vuk Ćosić (Belgrado, 1966), personalità nota per aver animato, negli Anni Novanta e Duemila, il movimento della net.art storica, insieme a un vivace gruppo di artisti impegnato a sperimentare le potenzialità culturali e comunicative del web fin dalla sua prima infanzia. Ćosić, che in passato ha spesso utilizzato i caratteri ASCII come base per produrre immagini e video, in questo caso ha scelto invece le lettere dell’alfabeto ebraico: da lontano i volti si stagliano con chiarezza, ma solo avvicinandosi si percepisce la vera trama della rappresentazione, fatta di puro linguaggio. Il progetto, intitolato Undeleted. Reconstructed portraits of deleted fellow citizens of Ljubljana, è stato realizzato in collaborazione con l’azienda di poster Tam-Tam e ha preceduto la posa di una serie di Stolpersteine (Pietre d’inciampo), i mattoncini dorati che l’artista tedesco Gunter Demnig installa nei pavimenti delle città per ricordare le vittime del nazifascismo (ce ne sono oltre 50mila in giro per il mondo), in un evento promosso dal Centro Culturale Ebraico.
RIPRISTINARE LA MEMORIA
I poster realizzati da Vuk Ćosić sono stati affissi vicino ai luoghi in cui si trovavano le abitazioni delle persone raffigurate. Per tutti gli uomini e le donne le cui fotografie non sono più disponibili, l’artista ha adottato un singolare metodo di ricostruzione, da lui stesso definito “una falsificazione poetica”. I volti sono stati ricreati mescolando ritratti di persone con lo stesso nome o lo stesso cognome, vissute all’incirca nello stesso periodo storico, che Ćosić ha trovato su Internet. Con questa azione simbolica, l’artista vuole avviare un processo di “ripristino” (undelete), una cancellazione al contrario, che riporti in vita, anche solo attraverso la memoria, tutte le persone che sono state uccise e dimenticate. La metafora informatica si rivela, in questo caso, molto efficace: se non è possibile restituire la vita alle persone scomparse, è tuttavia importante ricordarle, utilizzando le informazioni che abbiamo a disposizione, ma anche ricreandole con l’immaginazione, riempiendo i vuoti nella trama dei dati sfruttando la potenza della creazione poetica.
– Valentina Tanni
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