L’artista israeliana Beverly Barkat in mostra al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma. Le immagini
Ad un anno dalla sua prima personale italiana, Beverly Barkat è protagonista di una mostra al Museo Boncompagni Ludovisi, con il supporto di Nomas Foundation e dell’Ambasciata di Israele. Le immagini.
Abbiamo conosciuto il lavoro di Beverly Barkat (Johannesburg, 1966) in occasione della personale che il Museo di Palazzo Grimani le ha dedicato lo scorso anno in occasione della Biennale d’Arte di Venezia. Una mostra importante che ha segnato la consacrazione internazionale per l’artista di origini sudafricane, abitualmente di stanza in Israele insieme al marito, il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat. Ad un anno da quella mostra il legame con l’Italia si rinnova con un nuovo evento espositivo. Non più Venezia, ma Roma, dove la Barkat approda con After the Tribes,un’installazione site specific curata da Giorgia Calò negli spazi del Museo Boncompagni Ludovisi, con il supporto di Nomas Foundation, del PoloMuseale del Lazio e dell’Ambasciata di Israele. Esattamente come avvenuto a Venezia, anche qui l’artista israeliana modula il suo lavoro nell’interazione con gli spazi museali. After the Tribesè un’installazione potente che affonda le sue radici nel Vecchio Testamento, alle origini della storia del popolo ebraico. Al centro della scena, una torre di quattro metri, scandita da dodici riquadri che rappresentano le dodici tribù d’Israele da cui discende il popolo ebraico. Ognuna delle dodici tribù si distingueva, storicamente, per una diversa trama cromatica, riproposta sugli stendardi e sulle pietre preziose che decoravano i pettorali dei sacerdoti. Attraverso un complesso percorso di ricerca, raccolta, catalogazione e riutilizzo, questi stessi colori sono stati ripresi dall’artista e sono diventati parte fondante del lavoro. L’opera include conchiglie, pietre semi-preziose, sabbia, roccia e argilla provenienti dalle caverne, dal deserto, dal mare e dalle montagne di Israele a simboleggiare il legame costante di questa terra eternamente sospesa tra passato e presente. Le immagini dell’opera.
– Mariacristina Ferraioli
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