Flashback 2018: la fiera dell’arte tra antico, moderno e contemporaneo nell’art week di Torino
Quest’anno la fiera pone l’attenzione su un argomento di grande attualità: la contaminazione tra culture, tematica che ha ispirato gli artisti attraverso diverse epoche e stili.
La sesta edizione di Flashback_l’arte è tutta contemporanea, torna dall’1 al 4 novembre nei nuovi spazi del foyer centrale del Pala Alpitour, dove il fil rouge dell’allestimento è una nuova veste grafica giocata sul colore dell’acquamarina. Numerose le conferme di espositori di arte antica e moderna degli anni precedenti, affiancate da nuove acquisizioni di gallerie italiane e internazionali. Due le mostre speciali: l’artista Francesco Valeri realizzerà al centro della fiera un gigantesco wall-painting live, incentrato sul tema dell’incontro tra diverse culture, mentre Gian Enzo Sperone presenterà tre opere di Tony Matelli che aprono un mondo immaginario situato in un posto molto lontano. È infatti sul tema del viaggio verso terre ignote, delle contaminazioni tra diverse forme di civiltà, mondi e specie che si snoderà il percorso tra gli stand, chiamati a riflettere dalle due direttrici, Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, sul libro di fantascienza di Chad Oliver, Le rive di un altro mare.
Com’è nata l’idea di chiamare gli espositori a riflettere su un romanzo di fantascienza?
La fantascienza ha la grande capacità di farsi immaginifica, di anticipare nuovi mondi regalandoci un prezioso insieme di scenari possibili sui quali riflettere. Chad Oliver è uno scrittore di fantascienza ma soprattutto un antropologo. Si tratta dunque di un libro dalle molteplici sfaccettature che ci lascia la possibilità di sentirci ancora forti del nostro passato, responsabili del nostro presente e artefici del nostro futuro.
Qualche acquisizione di gallerie che vorreste segnalare?
Ce ne sono diverse tra le quali segnaliamo Maison d’Art di Montecarlo, le toscane Open Art e Società di Belle Arti e le milanesi Maspes e Il Castello. Ci sono anche graditi ritorni, come Copetti e Mazzoleni.
Per il secondo anno interagite con i nuovi spazi del Pala Alpitour. Quali caratteristiche espositive ritenete di aver migliorato con il nuovo layout?
Il Foyer grande del Pala Alpitour è sicuramente molto più adatto per ospitare Flashback. Il nuovo layout ha il pregio di essere più profondo e di creare tagli e prospettive che enfatizzano l’allestimento, la fruibilità e la visione di insieme. Tutto è però sempre migliorabile, anche perché “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”, e noi abbiamo una fase r.e.m. attivissima!
Come vi piacerebbe raccontare questa edizione?
Attraverso le opere, protagoniste di una storia che narra il confronto tra diverse culture su rive dall’accesso libero, come nel progetto di Alessandro Bulgini Opera viva Barriera di Milano 2018, a cura di Christian Caliandro. Una scultura di Arturo Martini, l’Uragano, dove si vive lo sforzo, il tentativo di rimanere liberi e vivi, di resistere alla tempesta e di raggiungere la riva; un quadro di Alberto Savinio Senza Titolo sull’approdo a riva degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro, della conoscenza; la Venere Anadiomene di Carlo Carrà, che nasce dal mare e rappresenta il nuovo inizio; L’esploratore di nuovi mondi di Tony Matelli, la diversità raccontata nelle opere di Francesca Sandroni, di Irene Pittatore, di Laboratorio Saccardi. Ciascun artista ha il proprio mondo, ma tutti insieme costruiscono “la storia”.
– Umberta Genta
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati