Rolf Nowotny versus Pietro Canonica. A Roma
Museo Pietro Canonica, Roma ‒ fino al 28 ottobre 2018. La casa-museo di Pietro Canonica ospita la prima personale presso un’istituzione italiana dell’artista danese Rolf Nowotny. Polverizzazione dell’identità e fragilità dei materiali sono gli strumenti per forzare un ambiente saturo di volti, nomi, monumentalità.
Il ciclo espositivo Fortezzuola porta all’interno di Villa Borghese artisti internazionali poco noti in Italia e li chiude in casa con il fantasma di Pietro Canonica. Presenza ingombrante quella dello scultore piemontese, che in questo luogo visse e morì e continua ad ammantare di lavori ogni spazio disponibile. Rolf Nowotny (Copenaghen, 1975) gli si accosta con mezzi eterogenei, simulando il moto marmoreo dei mille inquilini del secolo scorso in un presente ermetico. C’è azione nell’immobilità. Un treno avanza sul davanzale, figure in miniatura irrompono in camera da letto, il perimetro in legno di un letto invade la sala al piano terra.
La ribellione moderata verso la forma è una dissonanza puntellata da richiami figurativi, la somma di oggetti si fa soggetto. Resina, plastica e residui naturali mostrano volti fragili al cospetto del piglio regale e della bellezza austera delle opere del padrone di casa, scultore monumentale e ritrattista d’aristocratici in voga. La possibilità indeterminata dei personaggi in negativo di Nowotny racconta, invece, una storia senza scrittura e narra imprese dimenticate. Un casco da motociclista combusto nasconde connotati vegetali, foglie morte e rami secchi, visi anonimi da autopsia, trasognata libertà per il nulla.
‒ Raffaele Orlando
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