Arte sacra contemporanea a Gallarate. Claudio Parmiggiani progetta altare e pulpito
La Basilica di Gallarate commissiona allo storico artista un progetto di arte sacra contemporanea per il suo Altare e Ambone. L’iniziativa si completa al MA*GA con i documentari sulle sue opere e la mostra di Armin Linke in tema
La Chiesa torna ad essere committente di opere d’arte, puntando sui grandi nomi della ricerca artistica attuale. L’ha fatto recentemente, in collaborazione con il Museo MA*GA, grazie alla generosità del benefattore Franco Moggio e con l’organizzazione del Prevosto Mons. Ivano Valagussa, per restituire alla sua bellezza e funzionalità liturgica la Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, commissionando a Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943), uno degli autori più importanti e riconosciuti a livello internazionale, un progetto di arte sacra contemporanea per il suo Altare e Ambone. “Il nuovo Altare per la Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate”, afferma lo stesso Parmiggiani, “si riassume in una mensa derivante dalla giustapposizione di due luminose lastre marmoree sovrapposte che trattengono e proteggono, quasi materno pellicano, una moltitudine di teste antiche; reliquie ed emblemi di una sacralità, di una umanità, di una totalità”. Il nuovo Altare è, infatti, realizzato in onice bianco, materiale trasparente alla luce, ed è costituito da una moltitudine di volti, maschili e femminili, pagani e cristiani, i cui caratteri stilistici rimandano a un immaginario classico, alla storia della Chiesa e dell’intera umanità che si riunisce nel corpo di Cristo. L’altro polo liturgico progettato da Claudio Parmiggiani è l’Ambone e, a differenza dell’Altare, si struttura in maniera più semplice essendo un parallelepipedo realizzato in pietra labradorite, scelta per i suoi riflessi metallici, azzurri, dorati e per la sua luce interiore.
L’OPERA
“Il pulpito per la Basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate, nella sua forma si affida unicamente alla sua funzione assoluta”, aggiunge l’artista. “Messaggero della Parola. Nessuna immagine, solo la Parola come luce divina, solo lo splendore della materia, solo la luce come Parola divina”. Parmiggiani non è nuovo a questo tipo di interventi in ambito sacro: nel 2013 aveva ideato La Porta Speciosa o Porta Filosofica per celebrare il Millenario del S. Eremo di Camaldoli, mentre risale al 2016 l’opera commissionata da AMEI Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, in memoria di don Puglisi, ucciso dalla mafia 25 anni fa, nel giorno del suo compleanno. Ora questa nuova iniziativa che si completa al Museo MA*GA – fino al 24 febbraio 2019 – con la presentazione di una serie di filmati che documentano alcune tra le opere più significative di Claudio Parmiggiani e dalla mostra Moltiplicazioni di Armin Linke con opere appositamente prodotte per l’occasione che indagano, attraverso la fotografia, la simbologia della mensa nel quotidiano di una comunità pastorale.
LE FOTO DI LINKE
“Armin Linke ha colto la sfida affrontandola con uno sguardo attento, interessato non tanto agli esiti estetici della fotografia quanto piuttosto a riflettere sul rapporto tra ricerca spirituale e ricerca artistica, sull’impegno etico di un’intera comunità, sulla possibilità dell’arte oggi di essere linguaggio sacro fortemente comunicativo”, spiega Emma Zanella, direttrice del Museo d’arte contemporanea MA*GA. “In questo percorso Linke ha messo in campo la propria metodologia di lavoro che considera la fotografia come una pratica non statica, collaborativa, pronta a cogliere la realtà che ci circonda, le persone, i racconti, i fatti, le situazioni, anche parziali, ma capaci di restituire la complessità del presente”.
-Claudia Giraud
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