Coperte e tappeti ad arte. Seulgi Lee, l’artista coreana che tesse per Hèrmes e IKEA

Nell’ambito della sua prima personale alla Gallery Hyundai a Seoul, abbiamo intervistato Seulgi Lee, artista coreana di base a Parigi che progetta coperte e tappeti attraverso tecniche artigianali tradizionali. E non è passata inosservata tra alcuni brand internazionali…

Prendi un’azienda famosa in tutto il mondo nel dettare stili e tendenze nell’arredamento della casa, un’artista che sperimenta tecniche artigianali con linguaggi contemporanei attraverso un mix di colori vivaci e forme geometriche, e il gioco è fatto. Seulgi Lee è un’artista coreana di base a Parigi che ha collaborato con IKEA ad Art Rugs, progetto promosso dall’azienda svedese che vede protagonisti 8 artisti provenienti da tutto il mondo, ognuno dei quali è stato invitato a realizzare un tappeto che sarà commercializzato a partire dalla primavera del 2019. Un progetto che fonde arte e marketing, ma che allo stesso tempo mette in evidenza linguaggi e tecniche artistiche che riprendono antichi saperi e pratiche artigianali. Ma Lee – impegnata fino al prossimo 23 dicembre nella sua prima personale presso la Gallery Hyundai a Seoul, dove espone coperte su cui sono tessuti proverbi e storie orali della cultura coreana – è già avvezza a collaborazioni con brand di fama internazionale: per Hermès due anni fa ha realizzato infatti una serie di plaid in cashmere in edizione limitata.

 Installation Image - Seulgi Lee at Gallery Hyundai, Seoul, 2018. Image courtesy Gallery Hyundai


Installation Image – Seulgi Lee at Gallery Hyundai, Seoul, 2018. Image courtesy Gallery Hyundai

ARTISTI E BRAND

Seulgi Lee (Seoul, 1972) lavora sperimentalmente con diversi media, in particolare con i tessuti e le installazioni: dando nuovi significati a oggetti comuni come coperte e canestri, l’artista esplora esperienze umane universali come sogni, storie orali e proverbi, che imprime sui tessuti sotto forma di forme geometriche e colori accesi, attraverso l’utilizzo di tecniche artigianali tradizionali. “Ho lavorato al progetto ‘U’ per più di 4 anni, una serie di coperte realizzate con artigiani coreani utilizzando la seta coreana e una tecnica tradizionale chiamata Nubi”, racconta ad Artribune Seulgi Lee. “Attraverso questo progetto, esploro l’origine dei colori e dei proverbi coreani nello spazio della biancheria da letto. Due anni fa, Hermès ha visto il progetto generale di ‘U’ e mi ha invitata a collaborare. Per loro ho realizzato 3 plaid in cashmere in edizione limitata, presentati durante il Salone del Mobile di Milano. Se ‘U’ riprende il tradizionale formato della coperta coreana che era in voga negli anni ’80, il cashmere dà una sensazione di modernità, completamente diversa, anche se è fatta dagli stessi artigiani coreani”.

 Installation Image - Seulgi Lee at Gallery Hyundai, Seoul, 2018. Image courtesy Gallery Hyundai


Installation Image – Seulgi Lee at Gallery Hyundai, Seoul, 2018. Image courtesy Gallery Hyundai

LA COLLABORAZIONE CON IKEA

E la collaborazione con l’azienda svedese? “L’anno scorso IKEA mi ha invitata a collaborare per realizzare un tappeto artistico che uscirà nella primavera del 2019”, ci risponde l’artista. “Questa collaborazione mi ha interessata subito perché riprende la tradizionale tessitura indiana di dhurrie, che utilizza una lana spessa che rende però il tappeto molto versatile, infatti può essere usato sia come tappeto sia come coperta”. Gli altri artisti coinvolti da IKEA nel progetto Art Rugs sono Craig Green, Virgil Abloh, Chiaozza, Noah Lyon, Misaki Kawai, Supakitch e Filip Pagowski, e i tappeti da loro progettati sono stati fabbricati in Egitto e in India, utilizzando tecniche di tessitura tradizionali. “Con il tappeto che ho progettato per IKEA”, ci racconta Lee, “volevo portare la luce dell’acqua all’interno della casa. La mia ispirazione è stata presa dagli artigiani del nord dell’India, dalla città di Ayodhya, dall’antica regina coreana Heo Hwang-Ok, e soprattutto dal potere dei colori. Il proverbio che più mi ha ispirato a realizzare il tappeto IKEA è ‘Felice come un pesce nell’acqua’, che è un modo per dire ‘essere molto felice’”. Ma Lee come vive, da artista, la collaborazione con aziende internazionali? E come è possibile coniugare ricerca e marketing? “Per me non c’è differenza, se non per il fatto che il lavoro artistico trasferito nel business può toccare un pubblico diverso”, ci risponde l’artista. “Considero questi lavori come progetti di arte pubblica. Trovo molto divertente lavorare con professionisti”.

– Desirée Maida

Seoul // fino al 23 dicembre 2018
Seulgi Lee
Gallery Hyundai
14 Samcheong-ro, Jongno-gu
www.galleryhyundai.com

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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