Manifesta volge al termine. 3 mostre da vedere a Palermo prima della chiusura della biennale
La biennale d’arte contemporanea itinerante giunta a Palermo lo scorso giugno sta volgendo al termine, ma le mostre in città non cessano di inaugurare. In attesa di scoprire “cosa accadrà a Palermo dopo Manifesta”, ecco a voi 3 esposizioni da non perdere in questi primi giorni di novembre
Sta volgendo al termine l’anno d’oro di Palermo, il cui 2018 è stato coronato dal titolo di Capitale Italiana della Cultura e dalla presenza in città di Manifesta, la biennale d’arte contemporanea itinerante che lo scorso giugno è approdata nel capoluogo siciliano con Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza, che chiuderà il prossimo 4 novembre. Nonostante in città gli addetti ai lavori si chiedano già da un po’ “cosa accadrà dopo Manifesta”, intanto non si arresta l’ondata di eventi collaterali e progetti indipendenti che in questi mesi hanno contraddistinto il palinsesto artistico palermitano. E anche questa volta, abbiamo selezionato per voi 3 mostre da non perdere in questi ultimi giorni della biennale.
– Desirée Maida
VIVERE (A) PALERMO
Palermo Spleen è il risultato del periodo di residenza che l’artista Paolo Assenza ha condotto nel capoluogo siciliano, una mostra che ripercorre le tappe di questa esperienza. L’esposizione, in corso fino al 4 novembre presso Palazzo Savona, è a cura di Spazio Y in collaborazione con Bridge Art e rientra nell’ambito di Border Crossing, programma selezionato tra i Collateral Events di Manifesta 12. In Palermo Spleen le opere di Assenza sono accompagnate da quelle degli artisti ospiti Juan Pablo Crichton Subercaseaux, Giuseppe Di Liberto, Rita Martella, Stefano Minutella ed Ennio Parasiliti, che con il loro lavoro indagano sui concetti di precarietà, stratificazione, sacro e profano, splendore e degrado, legandosi così ai lavori pittorici di Assenza e mettendo in dialogo molteplici visioni soggettive del contesto siciliano.
Fino al 4 novembre 2018
Palermo Spleen
Palazzo Savona
Via Roma 206
www.spazioy.com
LA CHIESA RITROVATA E IL TEMA DEL SACRO
La Chiesa di Sant’Andrea degli Aromatari riapre per la prima volta al pubblico dopo i lavori di restauro in occasione di Epiphany, mostra collettiva a cura di Rosa Cascone e in collaborazione con lo studio legale Negri-Clementi che indaga sui temi del sacro attraverso il coinvolgimento di artisti chiamati a dialogare con lo spazio attraverso lavori site specific di varie misure e supporti. Giulia Roncucci porta un progetto video sul tema del sacrificio; Chiara Tubia per il tema dei misteri realizza un’opera di tessitura riprendendo l’arte del pizzo; Lara Verena Bellenghi affronta il tema della promessa con la delicatezza delle polveri; Jokhio Mahbub indaga sul tema della testimonianza con un’istallazione fotografica; Ignazio Mortellaro si confronta con il tema del trapasso relazionandosi con il mondo vegetale; Daniela Pellegrini sperimenta diverse tecniche con il tema del prescelto e Barbara Uccelli rielabora con un trittico il tema della consunzione della materia. A loro, si affianca Edoardo Dionea Cicconi con un’opera che parte da una ricerca dalla geometria all’eternità. Infine, è presente in mostra uno speciale lavoro di Desideria Burgio portato avanti durante la residenza alla Fondazione Piccolo di Calanovella.
Fino al 23 novembre 2018
Epiphany
Chiesa di Sant’Andrea degli Aromatari
Piazza Sant’Andrea 4
www.inxxxwetrust.info
IL DESERTO ALL’ORTO BOTANICO
A conclusione del primo ciclo di mostre (Allora & Calzadilla, Katinka Bock e Björn Braun) il quarto appuntamento espositivo nella project room al Calidarium presso l’Orto Botanico è una personale dell’artista Ignazio Mortellaro,che è tra gli ideatori del progetto Radiceterna insieme a Valentina Bruschi e con il coordinamento artistico di Vittorio Rappa. Come dichiarato nel titolo della mostra E già sono deserto, preso da un verso del poeta Giuseppe Ungaretti, Mortellaro si propone di “oggettivare” il termine “deserto”, inteso come paesaggio, luogo dell’estrema atomizzazione, la cui mutevolezza lo rende labirinto “dove non ci sono scale da salire, né porte da forzare, né faticosi corridoi da percorrere, né muri che ti vietano il passo” (I due re e i due labirinti, “L’Aleph” di Jorge Luis Borges). Riferimenti letterari e geografici che diventano metafora di una riflessione sul tempo e le sue molteplici forme e dimensioni. Con questa idea in mente, Ignazio Mortellaro ha realizzato una nuova serie di lavori pensati appositamente per questo particolare luogo espositivo: collage fotografici, sculture in bronzo e ottone e un’opera video.
Fino al 4 novembre 2018
Ignazio Mortellaro – E già sono deserto
Orto Botanico
Via Lincoln 2
www.radiceterna.org
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