Correva l’anno 1948: i Diritti Umani, Peggy Guggenheim alla Biennale, Valentina di Crepax, CoBrA
Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1948
Nel 2018, per la precisione proprio oggi 10 dicembre, ricorre il settantesimo anniversario dalla firma alle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. La sua promulgazione a Parigi fu anticipata, il giorno prima, da uno storico discorso di Anna Eleanor Roosevelt che, in quanto Presidente della commissione promotrice, affermò: “dietro questa dichiarazione c’è il desiderio di pace dell’uomo. Aver capito che la flagrante violazione dei diritti umani da parte dei paesi nazisti e fascisti ha gettato i semi dell’ultima guerra mondiale, ha dato l’impulso decisivo al lavoro che ci porta qui, oggi, a coglierne il risultato”. Per l’occasione – accanto a tante iniziative in tema, tra cui la pubblicazione di un libro illustrato da giovani artisti italiani e di un cd, a cura dei direttori artistici di festival legati ad Amnesty International Arte per la libertà Michele Lionello e Melania Ruggini -, la Casa di Vetro di Milano presenta una mostra fotografica. Curata da Alessandro Luigi Perna, si intitola Human Rights. La storia dell’ONU (e del mondo) nelle più belle immagini della United Nations Photo Library, e propone in anteprima nazionale – fino al 22 giugno 2019 – le vicende e l’evoluzione dell’organizzazione internazionale dalla sua nascita nel 1945 fino ai giorni nostri. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ’40 del secolo scorso? Dall’esposizione della collezione di Peggy Guggenheim alla XXIV Biennale di Venezia, ai 70 anni (e oltre) di Valentina nata dalla matita di Guido Crepax, fino alla fondazione del gruppo CoBrA, ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…
– Claudia Giraud
LA COLLEZIONE DI PEGGY GUGGENHEIM ALLA XXIV BIENNALE DI VENEZIA
Il 2018 è anche l’anno del 70° anniversario dell’esposizione della collezione di Peggy Guggenheim alla XXIV Biennale di Venezia, presso il padiglione greco. La partecipazione della collezionista americana alla Biennale del 1948, la prima dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, fu un evento miliare non solo perché fu la prima esposizione pubblica di una collezione privata di arte moderna in Italia dopo due decenni di regime dittatoriale, ma anche perché fu la prima presentazione della collezione in Europa, dopo la chiusura della galleria newyorkese Art of This Century (1942-47) e il trasferimento di Peggy a Venezia. Negli spazi del padiglione concesso dalla Grecia, allora devastata dalla guerra civile, Peggy espose centotrentasei opere rappresentative di tutte le scuole artistiche di allora, dal Cubismo al Futurismo, e continuate poi con il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo astratto. Ora, il museo veneziano ha voluto commemorare questo momento dirompente nella storia dell’arte del XX secolo con una esposizione (in corso fino al 14 gennaio 2019), raccolta ma molto mirata, che ricrea fedelmente l’ambiente del padiglione.
VALENTINA, IL CELEBRE PERSONAGGIO DI GUIDO CREPAX
70 anni (e oltre, perchè la vera età di una signora non si dice) sono anche quelli di Valentina Rosselli, in arte solo Valentina, celebre personaggio nato nel 1965 dal genio di Guido Crepax e divenuto immortale ritratto di un’epoca per la sua dualità. Una vita divisa tra quella reale, marchiata dall’anoressia, dalle allucinazioni, dalle difficoltà. Una difficile quotidianità superata dalla realtà altra, quella del sogno, là dove tutto è consentito e nulla è impossibile o censurabile. Donna forte e fragilissima, donna normale, quindi. Una mostra in corso al Museo Civico di Bassano del Grappa la celebra fino al 15 aprile 2019.
L’ANNO DI FONDAZIONE DEL GRUPPO COBRA
Il 1948 è, poi, l’anno di fondazione del gruppo CoBrA, formato principalmente dagli artisti Asger Jorn, Corneille, Karel Appel e Pierre Alechinsky, con l’obiettivo di creare un nuovo e più liberato approccio all’arte. Il nome è l’acronimo delle tre città in cui il collettivo di pittori e scrittori attivo in Belgio, Danimarca e Paesi Bassi dal 1948 al 1951 operò, e precisamente Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam. Nato sulle ceneri e i traumi della Seconda Guerra Mondiale, lo spirito di CoBrA era caratterizzato da un’arte collettiva, spontanea, senza confini geografici e interessata a molti aspetti, dall’antichità, all’arte popolare nordica, a quella etnografica, alla calligrafia fino ai disegni per bambini. Gli scorsi 4 e 5 dicembre, Bruun Rasmussen Auctioneers – una delle principali case d’asta internazionali della Scandinavia e una delle più antiche della Danimarca nata anche lei nel 1948 – ha dedicato a Copenaghen una grande asta all’arte di CoBrA.
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