Profondità terrestri. Andrea Francolino a Milano
Centro Culturale San Fedele, Milano ‒ fino al 19 gennaio 2019. Profondità e riti iniziatici sono alcuni degli aspetti che caratterizzano la monografica milanese di Andrea Francolino.
La personale di Andrea Francolino (Bari, 1979) allo Spazio Aperto San Fedele di Milano richiama Il viaggio al centro della terra di Jules Verne, dove nella discesa ci accoglie una crepa inaspettata nel muro, così carnosa e profonda che ci sembra già di stare nella profondità terrestre, dopo un mistico rito di iniziazione nell’oro. “Nella crepa vedo l’universo”: così lo statement.
L’attrazione magnetica verso il basso conduce ai sette pannelli Inversi dai bilanciamenti sofisticati, sia per percentuali di materia (polvere di cemento e terra) sia perché nei rimandi disegnano l’infinito. Eppure pare un orizzonte primordiale: “E luce sia”.
Poi le rotture minerali di CASO x caos x infinite variabili imitano gli ingrandimenti delle forze atomiche che sostanziano la materia. Invece sono moltiplicazioni di fratture casuali e non, disposte come lo spartito che forse Dio fischiettava mentre faceva il creato.
Infine l’ascesa verso le sagrestia, dove si palesa la metafora dell’uomo: dall’artificio abiotico alla terra biotica, sempre in sette pannelli, alla dicotomia umana, nel dittico posato in rispetto reverenziale ai piedi della sagrestia lignea che, guarda caso, gioca sull’antinomia noce scuro/bianco stuccato. Ascendiamo o usciamo dalla crepa gemella, che ci consegna la vertigine dell’inesauribilità della Natura.
‒ Neve Mazzoleni
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