Psicoanalisi e poesia. Carol Rama Firenze
Galleria Il Ponte, Firenze ‒ fino all’8 febbraio 2019. Una retrospettiva celebra l’artista torinese a cento anni dalla nascita. Mezzo secolo di carriera ripercorso in trentanove opere dal 1942 al 1997. Fra disegni, acqueforti, dipinti e assemblaggi.
Vita e poesia si fondono nel percorso artistico fra Surrealismo, Espressionismo Astratto e Informale di Carol Rama (Torino, 1918-2015), della quale molto è stato detto, ma che la lettura curatoriale di Bruno Corà pone sotto una luce inconsueta. Al suo rapporto con la poesia analizzato da Corà rimandano sia i disegni degli Anni Settanta e Novanta sia le composizioni geometriche degli Anni Cinquanta e Sessanta, vicine al “criptico geometrismo” di Sanguineti e Manganelli. La poesia, per Rama, diviene strumento di interrogazione sull’esistenza, per tramite dell’arte.
La curatela di Bernardi, invece, accosta il lato psicanalitico della sua produzione, incentrato principalmente sulle composizioni a materiali di riuso, fra cui le camere d’aria. Di queste, come delle pitture a sfondo erotico, emerge quel loro essere simbolo di assenza, sorta di feticci freudiani che spiegano complessi e pulsioni sessuali, in bilico tra rifiuto e desiderio.
‒ Niccolò Lucarelli
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