Fredrik Værslev. Dalla Norvegia a Roma

Fondazione Giuliani, Roma ‒ fino al 22 dicembre 2018. L’artista norvegese sbarca nella sede capitolina, con due serie di lavori monumentali.

Lambiti dalla riva sinistra del Tevere, seminascosti ai piedi di una strada disadorna del quartiere popolare di Testaccio, gli ampi e luminosi spazi della Fondazione Giuliani ci accolgono con un gioioso vociare di bambini. Nata nel 2010 per volontà del notaio Giovanni Giuliani e della moglie Valeria, collezionisti di arte contemporanea, la fondazione promuove in concomitanza con le mostre ‒ se ne inaugurano regolarmente tre ogni anno ‒ dei laboratori didattici gratuiti per avvicinare giocosamente i bambini al complesso mondo dell’arte. Ci troviamo, spaesati, nel bel mezzo di Tan Lines, tappa romana della personale itinerante dell’artista norvegese Fredrik Værslev (Moss, 1979).

MONDI MARITTIMI

Dialogano con l’estetica spartana delle grandi sale due serie di lavori di taglio “monumentale”: i Sail Paintings e i Garden Paintings, già presentati quest’anno in Svizzera e in Germania (la mostra itinerante è stata infatti concepita insieme alla Kunst Halle Sankt Gallen e alla Bonner Kunstverein). A farci da guida, Filomena Moisuc, collaboratrice della Fondazione.
La tematica della prima serie è il mondo marittimo” – ci spiega – “come si può vedere già da questo primo quadro: il soggetto principale è dato da forme geometriche che ricordano delle vele, poi c’è la stilizzazione delle onde, della fune, la concezione stessa dell’allestimento”.
In effetti i grandi quadri appesi al soffitto oscillano al nostro passaggio, basta un refolo d’aria. “Durante l’opening, piuttosto affollato” – ricorda Moisuc –, “le opere hanno cominciato a ondeggiare come barche sul mare. Ci fa poi notare un curioso, deliberato contrasto stilistico.
È un ossimoro che merita di essere evidenziato” – aggiunge ‒ “perché è centrale in questa serie: c’è una parte stampata, questi pattern di colore, queste sigle, questi simboli tipici della moderna comunicazione veloce stile graphic design; e poi invece una parte tradizionalmente artigianale, queste campiture geometriche fatte di pezzi di tela cuciti a mano

Fredrik Værslev. Tan Lines. Installation view at Fondazione Giuliani, Roma 2018. Courtesy l'artista & Andrew Kreps Gallery, New York & Gió Marconi, Milano & Standard, Oslo. Photo Roberto Apa

Fredrik Værslev. Tan Lines. Installation view at Fondazione Giuliani, Roma 2018. Courtesy l’artista & Andrew Kreps Gallery, New York & Gió Marconi, Milano & Standard, Oslo. Photo Roberto Apa

L’AZIONE DEL TEMPO

Apprendiamo inoltre che l’artista suole compiere solo metà dell’opera: chiede poi ai suoi amici di completarla con interventi a piacere (si notano anche impronte di scarpe); la espone quindi alle intemperie o in ambienti poco salubri come l’interno di un parcheggio.
Tutte le macchie che si vedono sono dovute all’azione del tempo e degli agenti atmosferici”. Quel mitico sogno di fusione dell’arte con la vita, che fu delle grandi avanguardie, ogni tanto riaffiora. Ed eccoci davanti alla seconda serie. “Qui è stata fatta un’operazione molto simile alla precedente: sono panchine realizzate e poi collocate in un parco. Sono state quindi ricoperte da dieci strati di vernice di quella che si usa per impermeabilizzare le barche al fine di fissarne, per così dire, la vita vissuta”. Da una stanza attigua irrompono d’improvviso i bambini come a ricordarci lo scarto irredimibile tra la vita e l’arte.

Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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