Un dialogo fra memoria e poesia. A Firenze
Galleria Gentili, Firenze – fino al 6 gennaio 2019. Con la Metafisica di de Chirico sullo sfondo, Enrico David, Goshka Macuga e Paloma Varga Weisz costruiscono un dialogo a tre voci raffinato, sussurrato, crepuscolare, che ha il sapore di una poesia di Corazzini.
Quando il pensiero ha la meglio sulla fisicità, sui mille dettagli dei volti e le storie di ognuno di noi. Tre artisti dalle differenti poetiche si confrontano sullo sfrangiamento dell’oggettività, a partire dalla quale ognuno di noi è abituato a riconoscersi. I busti dei filosofi di Goshka Macuga, disposti quasi a formare una costellazione, sottolineano la forze del pensiero umano, e come quest’ultimo generi quelle scoperte qui poeticamente simboleggiate dai fiori e dai frutti. La disgregazione è invece il tratto principale dell’opera di Enrico David, divise fra Astrattismo e Surrealismo. Da un lato, l’ordinato spazio geometrico (una quinta teatrale ispirata a de Chirico), dall’altro il caos di una disorientata società moderna, dal volto sfigurato e indecifrabile. Toni surreali, primitivi e modernisti, quelli di Paloma Varga Weisz, le cui sculture in legno di tiglio rimandano ai feticci africani, sono delicate metafore di un rapporto con la realtà mediato da un soprannaturale il cui volto resterà sempre un mistero.
‒ Niccolò Lucarelli
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