Ai limiti del corpo. Romina De Novellis e Hermann Nitsch a Venezia
Galleria Alberta Pane, Venezia ‒ fino al 2 febbraio 2019. L’effetto del corpo nello spazio e le conseguenze di una gestualità consapevole e voluta sono i punti di raccordo fra la pratica di Romina De Novellis e quella di Hermann Nitsch, riunite nella galleria lagunare.
È Napoli la cornice geografica ed emotiva che fa da sfondo al dialogo tra Romina De Novellis (Napoli, 1982) e Hermann Nitsch (Vienna, 1938), poli energetici dell’itinerario disegnato dalla curatrice Léa Bismuth nella galleria veneziana di Alberta Pane. La città partenopea racchiude le origini della performer e rappresenta uno snodo chiave nell’esistenza artistica di Nitsch, stabilendo fra i due una vicinanza resa ancora più netta dal vero fil rouge che li lega: la forza del corpo, tramutata in azione creativa per mezzo di un gesto.
Le mature prove pittoriche di Nitsch ‒ sostanza rossa e densa, scagliata di getto su un supporto remissivo eppure solido ‒ evocano i rituali del Teatro delle orge e dei misteri, declinandoli in un lessico nel quale risuona la presenza di un corpo attivo, quasi feroce, ma assente.
Il corpo e la sua naturale propensione alla resistenza emerge con chiarezza dalle performance della De Novellis, capace di guidare una processione laica attraverso le strade di Napoli per ore e ore o di trascinare, nuda e determinata, un carro con il proprio calco per le vie di Pompei, nell’arco di un’intera notte.
Gesti semplici come il camminare, un piede dietro l’altro, si spogliano della banalità e prendono le sembianze della consapevolezza. Di sé e di quanti incedono nel mondo con il medesimo passo.
‒ Arianna Testino
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