Conflitti e approssimazione. Šejla Kamerić a Milano
Fondazione Pini, Milano ‒ fino all’8 marzo 2019. Nella sfarzosa palazzina di corso Garibaldi 2, tra muri affrescati, parquet d’epoca e soffitti a cassettoni, l’immaginario idillico di Šejla Kamerić denuncia con cinismo lo scenario attuale dei conflitti e il carattere approssimativo della stampa.
Cresciuta nella Sarajevo assediata, la pratica artistica di Šejla Kamerić (Sarajevo, 1976) è intrisa di memoria personale e collettiva, che non si trasforma mai in vittimismo ma squarcia il velo di omertà che è stato costruito dalla stampa internazionale attorno a determinate guerre. Per tutte le sale opulente della fondazione si sviluppa una serie fotografica site specific che si focalizza sulla raffigurazione dell’ultima guerra balcanica da parte di alcune riviste, le quali, attraverso un’estetica quasi romantica, distolgono l’attenzione dall’evento specifico.
Sunset è una flemmatica e incessante animazione dell’unica immagine che documenta il ghetto di Varsavia in fiamme nella rivolta del 1943. L’installazione video conduce lo spettatore in uno stato quasi ipnotico con lo scopo di fissare il momento storico nella mente di chi l’osserva. Infine quattro sfere in pietra, su cui sono incise le coordinate geografiche di fosse comuni ancora presenti in Paesi come Messico e Bosnia-Erzegovina, si sdoppiano in uno specchio murale ottocentesco che riflette anche le sagome dei visitatori.
– Arianna Cavigioli
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