Catene estetiche. Walead Beshty a Napoli
Thomas Dane Gallery, Napoli ‒ fino al 22 dicembre 2018. Walead Beshty presenta una catena semiotica capace di unire sotto uno stesso pensiero il lavoro di cinquanta figure dell’arte e non solo.
Indice di un discorso esteso e dilatato, capace di accogliere lo sguardo altrui, il nuovo progetto di Walead Beshty (Londra, 1976; vive a Los Angeles) ha tutta l’aria di un assemblage totale e totalizzante che crea rapporti di partecipazione tra i singoli lavori in mostra e lo spazio espositivo. Chiamando a sé cinquanta nomi dell’arte, Beshty polarizza esperienze diverse sotto il segno dell’aggregazione (Aggregato è, non a caso, il titolo della mostra), intesa come discussione, processo polifonico, necessario strumento di relazione tra diverse forze – e queste diverse forze sono gli oggetti, attori muti, parole di un racconto plurale – in un determinato luogo. “Non puoi produrre negativamente, la produzione è un processo attivo e cumulativo”, avvisa l’artista in una conversazione con Bob Nickas. Collocate senza alcuna gerarchia, le opere evidenziano un particolare gusto per l’imprevedibile, per una democrazia estetica che si insinua e crea potenti ponti d’aria, camere riflessive, giochi alla cui base ci sono regole, impianti che traducono idee e creano nuove relazioni possibili tra le cose.
‒ Antonello Tolve
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