Foreste urbane e invasioni naturali. A Palermo

La collettiva di artistar internazionali interessa gli spazi del Polo Museale di Palazzo Riso e dell’antistante Piazza Bologni, accendendo riflessioni sul rapporto tra arte, natura e spazio urbano.

In una Palermo alle prese con i temi legati alle urgenze e ai fenomeni sociali, politici e ambientali del mondo contemporaneo – indagati soprattutto da Manifesta, la biennale d’arte contemporanea conclusasi lo scorso novembre, che per la sua 12esima edizione ha scelto proprio il capoluogo siciliano come sede della mostra Il Giardino Planetario. Coltivare la coesistenza –, una grande collettiva inaugurata lo scorso ottobre al Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Riso e nell’antistante Piazza Bologni riflette sul rapporto tra arte e natura oggi, e su come le tematiche ambientali vengano interpretate e affrontate dagli artisti contemporanei, attraverso linguaggi, stili e media differenti.
Foresta Urbana è il titolo della mostra curata da Paolo Falcone – promossa e realizzata dalla Fondazione Cultura e Arte, emanazione della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale presieduta dal Emmanuele F. M. Emanuele – che vede gli artisti Ai Weiwei, Doug Aitken, Francesco De Grandi, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Jimmie Durham, Olafur Eliasson, Bill Fontana, Goldschmied & Chiari, Carsten Höller, Ann Veronica Janssens, Koo Jeong A, Richard Long, Ernesto Neto, Benedetto Pietromarchi, TomaÏs Saraceno, Astrid Seme, Conrad Shawcross, Andreas Slominski, Pascale Marthine Tayou e Luca Vitone impegnati nella costruzione di una “foresta” di opere e installazioni che, dalle sale e dalla corte di Palazzo Riso, invadono e tentano – sebbene in parte – di compenetrarsi con il tessuto urbano circostante.

IL CONCEPT RIVISITATO

“In parte” perché, come sottolineato dallo stesso Emmanuele F. M. Emanuele – che ha fortemente voluto una mostra che trattasse il rapporto tra arte e natura, uomo e natura e i temi legati all’emergenza ambientale contemporanea –, “non posso tacere il mio sincero disappunto per non essere riuscito – a causa dell’inspiegabile, mancata concessione da parte dell’autorità pubblica delle necessarie autorizzazioni – a realizzare in pieno, così come avevo ipotizzato, una mostra diffusa, che portasse nella vecchia Palermo, in particolare nel caratteristico quartiere del Cassaro, una foresta ideale fatta di opere d’arte. Abbiamo dovuto purtroppo rinunciare a molte installazioni esterne, che nella mia idea originaria avrebbero dovuto costellare tutta Via Vittorio Emanuele fino al mare, ma la mostra alla fine ha visto la luce, e dà comunque vita a una selva post-moderna creata dai maggiori artisti oggi operanti sulla scena internazionale, in un dialogo che vuole essere costruttivo e salvifico non soltanto con l’architettura e la storia della città, ma anche e soprattutto con la nostra tormentata società, con l’umanità smarrita del Terzo Millennio. La mostra, quindi, si presenta come una versione ridimensionata rispetto al suo progetto iniziale: la “foresta di arte”, che avrebbe dovuto infiltrarsi tra le strade e i vicoli del centro storico battuti ogni giorno da palermitani e turisti, si ritrova quindi racchiusa in massima parte tra le mura di Palazzo Riso, diventando di fatto “urbana” solo nello spazio circoscritto di Piazza Bologni.

Koo Jeong A, Fantasissima & Fantasissimousss, 2009. Piazza Bologni, Palazzo Belmonte Riso, Palermo 2018. Courtesy dell’artista e della Galleria Pinksummer, Genova

Koo Jeong A, Fantasissima & Fantasissimousss, 2009. Piazza Bologni, Palazzo Belmonte Riso, Palermo 2018. Courtesy dell’artista e della Galleria Pinksummer, Genova

OLTRE IL MUSEO

Sono sei in tutto le installazioni di Foresta Urbana che reinterpretano e ridisegnano l’estetica e l’assetto di Piazza Bologni: Fantasissima & Fantasissimous di Koo Jeong A, Oliva Caerulea di Benedetto Pietromarchi, Aerosolar Journey di Tomás Saraceno, Formation II (The Dappled Light of the Sun) di Conrad Shawcross, Vuole Canti di Luca Vitone. A dominare la scena è l’enorme mongolfiera argentata di Saraceno, la cui superficie riflette i prospetti dei palazzi che si affacciano sulla piazza; attorno all’opera dell’artista argentino – da sempre impegnato con la sua ricerca a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’utilizzo di fonti rinnovabili e alternative ai combustibili fossili e agli idrocarburi – si ergono i migliaia di tetraedri in acciaio che compongono l’imponente e apparentemente caotica installazione di Shawcross, che invade e ridisegna l’area della piazza. Da segnalare Vuole Canti di Vitone, opera che consta di diciotto alberi di diverse tipologie, tutti presenti nel territorio palermitano, di cui l’artista ha studiato gli aspetti scientifici e le narrazioni antropologiche e mitologiche. Vitone ha poi associato a ciascuna pianta un artista contemporaneo che ha condiviso con lui il periodo dell’esordio artistico, i cui nomi sono celati da un anagramma (gli artisti citati da Vitone sono Mario AiroÃ, Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Monica Bonvicini, Mario Della Vedova, Gabriele Di Matteo, Alberto Garutti, Armin Linke, Eva Marisaldi, Amedeo Martegani, Marco Mazzucconi, Liliana Moro, Alessandro Pessoli, Cesare Pietroiusti, Vedova Mazzei, Cesare Viel).

DENTRO IL MUSEO

Come già accennato, è tra la corte e le sale di Palazzo Riso che la maggior parte delle opere di Foresta Urbana trova collocazione, esplicitando così non solo la sua natura impegnata, ma anche quella più poetica e metaforica, come spiega il curatore Paolo Falcone: “La foresta vista come illusione. L’entrata in un mondo magico quale metafora alle sfide poste dall’omologazione mette in mostra le connessioni artificiali, le diversità delle identità individuali e culturali atte a produrre un dialogo visivo e poetico per la realizzazione di un progetto artistico fra esperimento scientifico, poetica della relazione e romanticismo ‘naturale’. Al piano terra, subito dopo l’ingresso al museo, svetta Tree di Ai Weiwei, e poco distante si trova la poetica Circle of Life 1997-2008 di Richard Long, un cerchio di pietre di circa sette metri di diametro che l’artista realizzò in occasione del suo viaggio in Sicilia nel 1997, durante il quale attraversò a piedi l’isola da Palermo ad Agrigento. Fiabesche e inquietanti sono, al primo piano, le installazioni Wood #7 Grotesque di Francesco De Grandi e The Clearing di Nathalie Djuberg e Hans Berg, mentre sostenibilità e tutela ambientale sono alla base della ricerca di Olafur Eliasson ed Ernesto Neto, entrambi in mostra con le iconiche Object defined by activity (now) e Variation on Color Seed Space Time Love.

Richard Long, Circle of Life, 1997 2008 (dettaglio). Piazza Bologni, Palazzo Belmonte Riso, Palermo 2018. Courtesy dell’artista e della Galleria Lorcan O’Neill, Roma

Richard Long, Circle of Life, 1997 2008 (dettaglio). Piazza Bologni, Palazzo Belmonte Riso, Palermo 2018. Courtesy dell’artista e della Galleria Lorcan O’Neill, Roma

IL SENSO DI UNA MOSTRA

Foresta Urbana ha il merito di portare a Palermo artisti di fama internazionale in un anno in cui il capoluogo siciliano è stato al centro dell’attenzione mediatica mondiale. E lo fa all’interno di Palazzo Riso, che finalmente ritorna a ospitare mostre “di cui si parla” e che accendono dibattiti che meritano senza dubbio ulteriore approfondimento: primo fra tutti, il rapporto tra arte contemporanea e contesto urbanistico che, in una città architettonicamente stratificata e caratterizzata come Palermo, non è di semplice e scontata gestione. Foresta Urbana lancia un input che, al termine del fatidico 2018, diventa metafora dello stesso destino culturale di Palermo: continuare nella ricerca e nella creazione di un linguaggio che metta in dialogo la contemporaneità con la città, dopo e oltre il 2018.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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