Collezionare Gordon Matta-Clark. A Roma

Accademia Nazionale di San Luca, Roma – fino al 25 febbraio 2019. Il collezionismo come pratica colta, questo il fulcro della mostra “Collecting Matta-Clark”; un omaggio duplice all’artista americano e a Harold Berg, collezionista cileno che in oltre dieci anni di ricerca ha raccolto i lavori dell’artista.

Un omaggio a un artista che è tra i maggiori esponenti della generazione degli Anni Settanta, Gordon Matta-Clark (New York, 1943-1978), ma anche al collezionismo, a una pratica che ha nel suo bisogno primario quello di preservare un lavoro che altrimenti si perderebbe.
Una raccolta di frammenti di un lavoro parcellizzato nel tempo; un lavoro fatto di selezione ma anche di incontri, di rapporti costruiti con pazienza e determinazione. Un lavoro omogeneo intrapreso da Harold Berg, collezionista cileno che in dieci anni ha raccolto i lavori di Matta-Clark compiendo una scelta non solo con lo scopo di tramandare l’oggetto d’arte, ma soprattutto di lasciare una traccia, di lasciar vivere il momento artistico attraverso un’esperienza articolata e stratificata nella storia.

Carol Goodden, Hair Play, 1972. Photo Carol Goodden. Courtesy Harold Berg

Carol Goodden, Hair Play, 1972. Photo Carol Goodden. Courtesy Harold Berg

LE STORIE E GLI ANEDDOTI DI MATTA-CLARK

Opere che restituiscono in maniera vivida l’inusitata vicenda artistica di Matta-Clark. Forme, disegni, fotografie, documenti che narrano una breve ma intensa carriera artistica sviluppatasi in tre anni nell’atmosfera creativa che si respirava negli Anni Settanta nella Soho di New York. Istantanee artistiche che testimoniano il desiderio di superare il limite gravitazionale ma anche fisico, liberandosi dalle convenzioni sino a divenire espressione di una generazione così inquieta e creativa.
Visioni che si moltiplicano, che rompono gli schemi sociali e politici abbattendo le barriere. Lavori straordinari che dividono case in due creando un sezionamento; gesti semplici ma radicali che aprono a una serie di interpretazioni che stimolano ancora oggi l’immaginazione.
Opere che interpretano nel fondamento l’unione delle tre arti; una sintesi attraverso un disegno non solo fisico ma anche intellettuale, politico, sociale che tiene insieme l’arte. Un’arte che si fonda su radici ideologiche e concettuali e che non rimane solo un momento estetico. Matta-Clark, un artista che rappresenta la chiusura di un cerchio di ciò che fu l’arte esperienziale.

Gordon Matta-Clark, Carol Goodden in Bronx Floors, 1972. Courtesy Harold Berg

Gordon Matta-Clark, Carol Goodden in Bronx Floors, 1972. Courtesy Harold Berg

GLI ARTISTI DI NEW YORK

In un periodo in cui New York stava vivendo un periodo di fermento, gli artisti si uniscono creando spazi di accoglienza, grandi loft in cui esprimersi, in cui interpretare il proprio essere attraverso la reinterpretazione creativa, per mezzo della fusione di oggetti abbandonati in strada.
Nasce così prima un workshop, un luogo di lavoro, una galleria a cui si accosta successivamente un’area food che non vuole essere solo un ristorante ma un luogo in cui offrire la propria esperienza alla comunità. Piccole economie che nascono per sostenere i sogni degli artisti; ossa che si trasformano in gioielli, composizioni musicali, luoghi ricreativi in cui esprimere una socialità che desidera essere altro. Visioni capaci di emanciparsi, di dischiudersi spingendosi verso il concreto, di aprire varchi nella fisicità degli edifici.

Ilenia Maria Melis

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Ilenia Maria Melis

Ilenia Maria Melis

Ilenia Maria Melis è giornalista e blogger. Laureata con il massimo dei voti in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico, indirizzo Archeologico, presso l’Università degli Studi Roma Tre, da sempre ama l’arte e l’archeologia, probabilmente affascinata dagli splendori della Capitale…

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