Raccontare la Santa Muerte. Marcello Nocera a Cagliari
Fondazione Bartoli Felter, Cagliari ‒ fino al 2 febbraio 2019. Presentato a Milano in autunno, il reportage di Marcello Nocera sulla Santa Muerte approda a Cagliari.
È il risultato di un viaggio intrapreso in Messico alla volta del Dia de Los Muertos, occasione in cui si celebra il culto della Santa Muerte, quello che Marcello Nocera (Cagliari, 1980) presenta al pubblico. Divinità messicana di antiche origini precolombiane, il cui culto si è diffuso clamorosamente dal 2000, la Santa Muerte è considerata la Madonna dei narcos trafficanti. La santa patrona di criminali e reietti, fortemente ostacolata dalla chiesa cattolica.
Marcello Nocera ne ricostruisce uno dei tanti altari che le vengono dedicati lasciando offerte come frutta, sigarette, alcool e dolci tra decine di candele accese e centinaia di piccoli ex voto. Al centro la grande immagine della niña incoronata: uno scheletro abbigliato come una madonna col sacro manto che cambia colore a seconda del potere attribuitole. Rosso per amore e sesso; verde per carcere e droga; giallo per denaro e potere; nero per i fatti di sangue e infine bianco per la rinascita spirituale.
Nel resto della sala si susseguono una serie di fotografie, in un rigoroso bianco e nero, e tre grandi lightbox. Il reportage si concentra sui visi dipinti o coperti da maschere infernali. Gli sguardi sono sfuggenti e disincantati. I contorni delle figure si dissolvono tra barlumi di luce mentre i bambini mimano l’arrivo della morte e gli adulti portano in trionfo il feticcio, tra antichi riti pagani, fievoli fiammelle e incensi che bruciano. Perché celebrare la morte equivale a santificare la vita.
‒ Roberta Vanali
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