Comunicare oggi. Michelangelo Pistoletto a Torino
Galleria Giorgio Persano, Torino ‒ fino al 14 febbraio 2019. In collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, la galleria Giorgio Persano ospita le opere di Michelangelo Pistoletto, testimoniando un legame stretto nel 1976. La personale torinese consiste in un “doppio percorso”, che occupa lo spazio di via Principessa e l’adiacente ex Opificio Pastiglie Leone.
Il percorso artistico di Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) è da tempo confluito nella Fondazione Cittadellarte, da lui creata nella sua città natale, in un ex opificio tessile; come afferma lo stesso artista, “si tratta di una istituzione che pone l’arte in relazione diretta con i differenti settori che compongono la società attivando un processo di rigenerazione che si estende nella società stessa”. L’esempio di Cittadellarte dimostra come un luogo possa rinascere e riproporsi in contesti apparentemente chiusi e poco propensi all’esplorazione, reinventandosi e ritagliandosi un’inedita estensione funzionale in nome della bellezza. Esplorazione che alimenta e giustifica nuove connessioni, nuove comunicazioni, appunto: l’installazione in via Principessa Clotilde – ovvero le porte della Fondazione installate, come innesti, nella galleria Giorgio Persano – suddivide e collega diciassette “stanze” dello spazio espositivo, che metaforicamente rappresentano punti di incontro per altrettanti settori della compagine sociale.
L’INCOMUNICABILITÀ
Diciassette simbolici ambiti della società, indipendenti ma interconnessi, per decifrare uno spazio altrimenti sconfinato e dispersivo: così Pistoletto esprime le relazioni umane contemporanee, frutto di una globalizzata concezione dell’universale e di un illimitato ma inibente flusso di stimoli. Scrive infatti l’artista:
“Oggi il fenomeno della comunicazione ha assunto caratteristiche e dimensioni inimmaginabili fino a qualche decennio fa. Un piccolo telefono tascabile ci mette istantaneamente in rete con il mondo intero. L’umanità è ormai tecnologicamente collegata, fino al punto da rendere precaria la comunicazione interindividuale fuori dal sistema tecnologico. Dobbiamo tuttavia constatare che la comunicazione ha anche un risvolto, ed è l’incomunicabilità. Per questo diviene impellente sviluppare una dimensione inedita che connetta il lato positivo e il lato negativo dei processi comunicativi trovando nuovi equilibri nei rapporti tra la natura e l’artificio, tra le persone singole e la società, come visualizzato nelle porte di Cittadellarte”.
LA NUOVA ESTETICA DEL PROGRESSO
La mostra non condanna perciò i drastici cambiamenti delle comunità tecnologizzate, ma ne illustra sensibilmente le forme e dichiara la nuova estetica del progresso, nella speranza di trovare metodi altrettanto innovativi di dialogo. Negli spazi dell’ex Opificio Pastiglie Leone – luogo storico dell’industria torinese che accoglie la seconda parte dell’esposizione – una serie di Quadri Specchianti immortala nuovi momenti della quotidianità nell’era digitale. Qui Pistoletto riflette sul tempo: “I “Quadri Specchianti”, come computer ante litteram, sono allo stesso tempo il presente e la memoria. Inoltre queste opere esposte sono dei selfie in quanto ritraggono la persona con tutto ciò che sta alle spalle”. La tradizione di Pistoletto, alle spalle del soggetto, abbraccia un presente sempre più contaminato dalla brevità e dalla sovrapponibilità dell’attimo: un’attenzione che protrae verso il futuro un oggetto – lo specchio – che ha sapientemente attraversato la storia insieme alla visione di un artista ormai leggendario nel panorama contemporaneo.
– Federica Maria Giallombardo
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