Chimica, fisica, psiche, spirito. Riccardo Angelini nelle Marche
Tomav – Torre di Moresco Centro Arti Visive ‒ fino al 20 gennaio 2019. Delicata e complessa è l’operazione tecnica che produce le opere in esposizione a Moresco, e delicata e complessa è la lettura che emerge da esse e dall’allestimento “coclide” che la torre eptagonale del Tomav consente. Quattro i piani espositivi, come quattro i livelli di lettura.
Grafite pura è la materia utilizzata da Riccardo Angelini, autoctono e cosmopolita (vive e Parigi, ma nasce nel 1980 proprio a Moresco), ma non per disegnare: la scioglie, la stempera, la fonde, per poi adoperarla come sostanza viva e impregnante che si spande, si stampa e si tampona su basi bianche di gesso o di carta per generare monotipi.
Una lettura “chimica”, che diventa “fisica” quando l’artista provoca l’incidente (il casuale disporsi delle molecole sul supporto) per controllarne l’esito previsto e voluto. Una lettura “psicologica”, quando nelle macchie generate si rivengono proiettivamente forme, che diventa “spirituale” quando si segue l’andatura graduale dell’allestimento che pone al primo piano una pesante tavola, prosegue con le tele, sale ancora con le carte fino ad arrivare all’ultimo piano, dove l’opera si smaterializza grazie all’ottimo intervento del videoartista francese Tibo Soyer. Angelini segue Steiner e l’esoterismo, e carica i lavori di metafore e contenuti. Ma il messaggio estetico è forte, e basta a se stesso.
‒ Valeria Carnevali
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