Quattro mostre alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino
L’attualità è uno dei temi delle quattro mostre allestite negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e inaugurate durante la scorsa edizione di Artissima.
WIL-O-WISP – RACHEL ROSE
In collaborazione con il Philadelphia Museum of Art per la Future Fields Commission in Time-Based Media, il programma di ricerca per gli artisti emergenti, la personale di Rachel Rose (Stati Uniti, 1986) presenta in anteprima europea la videoinstallazione Wil-o-Wisp (2018). A cura di Erica F. Battle, il lavoro è incentrato sulla persecuzione delle donne accusate di stregoneria nel tardo Cinquecento in Inghilterra. Posta al centro della sala, l’installazione è un video immersivo in cui gli inganni ottici creati dalla manipolazione digitale sono accompagnati da motivi elettronici e orchestrali che completano l’opera, di cui il fruitore si sente parte integrante.
OPERE DALLA COLLEZIONE SANDRETTO – LYNETTE YIADOM-BOAKYE
Finalista del Turner Prize, Lynette Yiadom-Boakye (Londra, 1977), artista di origine ghanese, incentra la sua tecnica pittorica sullo studio delle identità della figura umana, quasi sempre di colore. Volti immaginari che prendono forma su tela con colori perlopiù scuri, tendenti al marrone, definiscono pose naturali avvolte da una sottile luce, che di proposito non consente al visitatore di contestualizzare il soggetto ritratto, per favorire la concentrazione sulle identità, oltre qualsiasi preconcetto. A cura di Irene Calderoni, le opere esposte rientrano nella collezione privata della famiglia Sandretto.
VANILLA ISIS – ANDRA URSUTA
Progetto site specific a cura di Irene Calderoni, la mostra di Andra Ursuta (Salonta, 1979) studia la vulnerabilità dell’uomo contemporaneo attraverso temi di attualità. L’artista rumeno propone un progetto sull’ISIS con installazioni e sculture, alcune inedite, per evidenziare la comunicazione estremista in relazione alla cultura occidentale. Alcune frasi delle canzoni dei Guns N’ Roses si fondono con le opere di stampo islamico, mentre in loop risuona Anarchy in the UK dei Sex Pistols, cantata in versione araba. Ad aprire la mostra, al centro della sala, c’è l’opera Stoner, del 2013, che di primo acchito richiama le gabbie usate da Daesh come sfondo dei filmati, ma che Ursuta ripropone come strumento di tortura attraverso un lanciapalle da baseball. Il riferimento a un tema così controverso rende la mostra di Ursuta la più forte tra quelle in corso nella sede torinese.
IL GUFO CON GLI OCCHI LASER – MONSTER CHETWYND
Tra scultura, installazioni, performance e pittura, l’artista britannica Monster Chetwynd (Londra, 1973) presenta un progetto che mette in relazione teatro e arte, con opere di grandi dimensioni e quindi di grande impatto, come il pipistrello della serie pittorica Bat Opera, oppure i costumi creati dall’artista per la performance Delirious, realizzata per la Serpentine Gallery di Londra nel 2006. Il bricolage e i pipistrelli sono gli elementi chiave della poetica di Chetwynd, che li fa interagire con colori accesi e vibranti anche in altre piccole opere, ispirate ad antiche tradizioni popolari e alla cultura pop odierna.
‒ Fabio Pariante
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