Il nuovo manifesto di Andrea Villa a Torino contro Di Maio e Salvini. Le parole dell’artista
Soprannominato il “Banksy torinese”, Andrea Villa è tornato a tappezzare la città con manifesti fake che puntano il dito contro l’attuale governo italiano. Ecco cosa ci ha raccontato il misterioso artista
“0,2% zero in due”. Il manifesto satirico e sprezzante di Andrea Villa, comparso alcune notti fa nel capoluogo piemontese presso le vetrine pubblicitarie di via XX settembre, corso San Maurizio e lungo Dora Firenze, raffigura un dito medio tra i profili dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Sopra le loro teste, la percentuale di crescita del PIL italiano prevista dalla Ue per il 2019. Definito da molti giornalisti il “Banksy torinese”, Andrea Villa è famoso per le sue affissioni a sfondo politico in spazi commerciali della città, rileggendo e interpretando con sorriso amaro i fatti salienti di attualità nazionale e mondiale. La sua prima opera risale al 2014, Il Quinto Stato, e omaggia con ironia il celebre dipinto di Pelizza da Volpedo; Eau Di Nolfi, invece, cita una famosa pubblicità di Dolce e Gabbana. Questa volta il manifesto richiama le opere dell’artista dissidente cinese Ai Weiwei, da sempre critico verso la censura e il regime.
IL MANIFESTO
“È un nuovo lavoro dove critico le ultime vicende del governo, tra cui l’immunità al processo di Salvini, il voto su Rousseau, il mancato sgombero di Casa Pound, le previsioni di PIL basse, e soprattutto lo sfottò sulla pagina di Salvini della ragazza con i dread viola e del ragazzo disabile che manifestavano contro di lui”, spiega ad Artribune Andrea Villa. “Cito anche Ai Weiwei e la sua serie “middle fingers – la mano dell’artista”, artista cinese che ha sempre criticato il potere quando esso prevaleva sulla cultura e la libertà di espressione. È la citazione di una delle serie più controverse di Ai Weiwei, (“Study of Perspective series”, 1995-2003) in cui si fotografa mentre sfoglia importanti monumenti in tutto il mondo. Lo descrive come la sua personale forma di ribellione contro qualsiasi autorità governativa che disprezzi apertamente o clandestinamente le libertà dei suoi cittadini”.
LA CITAZIONE DI AI WEIWEI
“Può esserci una potente affermazione dietro un singolo gesto quando viene usata nel contesto appropriato”, continua l’artista. “Con una foto del suo dito medio, Weiwei sostiene la responsabilità sociale e l’individualismo della sua generazione e mostra quanto fragile possa realmente essere il potente. Un rifiuto dell’autorità e dell’oppressione politica e un’affermazione dell’espressione individuale, è l’incarnazione dell’ethos dell’artista. In questa società non vi è ovviamente un regime comunista, ma l’oppressione è perpetrata attraverso i social media e i post minacciosi o denigratori della classe politica”.
SOCIAL NETWORK E POLITICA
“Il filosofo Marshall McLuhan afferma che nelle ere della meccanica avevamo operato un’estensione del nostro corpo in senso spaziale”, spiega l’artista. “Oggi, dopo oltre un secolo di impiego tecnologico dell’elettricità, abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale (che potrebbe essere oggigiorno relativo ai social media) che, almeno per quanto concerne il nostro pianeta, abolisce tanto il tempo quanto lo spazio. Il problema dell’uomo che usa il social (quindi la macchina) come protesi del suo pensiero, è che la macchina rischia di prevalere sull’ uomo. Già i situazionisti francesi l’avevano immaginato, ma oggi è realtà, a partire da Salvini, che pur di denigrare i suoi avversari perde la percezione del reale e insulta un minorenne disabile”.
ARTISTI E POLITICA
E sul rapporto tra artista e governo, Villa risponde citando le parole di Ai Weiwei e con un appello ai giovani artisti: “la mia conclusione è che siamo un’unica umanità. Se qualcuno viene ferito, siamo tutti feriti. Se qualcuno è felice, questa è la nostra felicità. Lo stato sta prendendo provvedimenti contro persone che hanno dimostrato pacificamente le loro idee. Sono artisti, ciò che hanno fatto è esprimere la loro mente attraverso internet. Quindi il modello è molto chiaro. Lo stato cerca di mantenere la stabilità schiacciando ogni pensiero che cerca il cambiamento”.
“Con le mie azioni”, conclude Villa, “vorrei spingere i giovani artisti italiani a non avere paura, alzare la testa dalla sabbia, e tornare ad analizzare e criticare la società contemporanea, senza avere paura delle conseguenze. Questo è un periodo storico molto importante dal punto di vista politico, quasi un parallelismo con l’inizio secolo di cento anni fa, nel periodo dei dada e dei futuristi”.
– Federica Maria Giallombardo
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