Correva l’anno 1959: Barbie & Andy Warhol, la grande mostra sull’Espressionismo Astratto, Fellini
Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1959
Nel 2019 ricorre il sessantesimo anniversario della nascita di Barbie: il 9 marzo del 1959 veniva, infatti, lanciata sul mercato questa bambola destinata a diventare un’icona internazionale, un fenomeno pop e un cult per intere generazioni di bambini. Per l’occasione, arrivano in esclusiva Prima TV su Cartoonito (canale tematico gratuito sul digitale terrestre rivolto ai bambini in età prescolare, nato nell’agosto 2011 dalla joint-venture tra RTI Mediaset e Turner) i nuovi episodi di Barbie Dreamhouse Adventure, la serie che segue le avventure di Barbie e delle sue inseparabili sorelle: Chelsea, Stacie e Skipper. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ’50 del secolo scorso? Dalla grande mostra itinerante in Europa sull’Espressionismo Astratto americano, al fotoreportage su Federico Fellini colto nel suo massimo splendore da Vittoriano Rastelli, ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…
– Claudia Giraud
QUANDO ANDY WARHOL DEDICÒ UN QUADRO ALLA BARBIE
Nata nel 1959 dalla fortunata intuizione di Ruth Handler, moglie del cofondatore del marchio Mattel, per donare alla figlia un gioco che le permettesse di immaginarsi adulta, la bambola più famosa dell’universo ha travalicato il mondo del giocattolo per farsi fenomeno di costume. Nel 1986 Andy Warhol l’ha portata nel mondo dell’arte, consacrandola immediatamente come icona pop e al contempo di femminilità, alla pari di Marilyn Monroe. Il ritratto gli era stato commissionato proprio dal colosso americano del giocattolo, che oggi lo custodisce nella sua sede centrale in California: il viso, restituito con un tratto grafico veloce, riprendeva i tratti di Barbie Peaches’n Cream (in Italia conosciuta come Barbie Fior di Pesco), una serie particolarmente fortunata prodotta nel 1984.
GRANDE MOSTRA SULL’ESPRESSIONISMO ASTRATTO AMERICANO
Il 1959 è l’anno della tournee in otto Paesi dell’Europa della grande mostra itinerante New American Painting, organizzata dal Museum of Modern Art di New York e curata da Dorothy Miller. Il pubblico europeo familiarizza con l’Espressionismo Astratto attraverso le opere di 16 artisti: William Baziotes, James Brooks, Sam Francis, Arshile Gorky, Adolph Gottlieb, Philip Guston, Grace Hartigan, Franz Kline, Willem de Kooning, Robert Motherwell, Barnett Newman, Jackson Pollock, Mark Rothko, Theodoros Stamos, Clyfford Still, Bradley Tomlin, Jack Tworkov. Il confronto con le loro enormi tele esercita un profondo effetto su molti artisti, non solo europei: proprio in quell’anno, il futuro campione del minimalismo, l’artista americano Dan Flavin – di cui è in corso una mostra fino al 28 giugno presso la Galleria Cardi di Milano – inizia a creare assemblaggi, collage e dipinti che indicano il suo primo interesse per l’Espressionismo Astratto.
FEDERICO FELLINI, REGISTA E UOMO RITRATTO DAL FOTOREPORTER VITTORIANO RASTELLI
Nel 1959 Vittoriano Rastelli, giornalista professionista specializzato in fotoreportage che ha pubblicato la sua prima immagine nel 1951 a meno di 15 anni come documentazione dell’arrivo della corsa ciclistica Milano–Sanremo, si trasferisce a Roma dove ha modo di fotografare i protagonisti del cinema italiano, in quegli anni ai suoi massimi splendori. Uno di questi è Federico Fellini, raccontato da Rastelli (c’è una mostra in corso fino al 14 marzo alla Casa del Cinema) con uno sguardo più personale: le sue fotografie parlano non solo del Fellini regista ma anche dell’uomo, della sua ironia e della sua versatilità.
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