La facciata del Met di New York si trasforma in museo d’arte contemporanea a cielo aperto
Il museo newyorchese, diretto da Max Hollein, inaugura una serie di commissioni d’arte contemporanea che vedrà la propria facciata ospitare installazioni site specific
Le iconiche gradinate e la caratteristica facciata del Met si trasformeranno presto in un museo a cielo aperto, grazie al nuovo programma di commissioni che l’istituzione newyorchese inaugurerà a settembre 2019. L’iniziativa, promossa dal direttore del museo Max Hollein, vedrà il coinvolgimento di artisti del panorama contemporaneo, invitati a confrontarsi con gli spazi del Met.
LE COMMISSIONI D’ARTE CONTEMPORANEA PER GLI SPAZI ESTERNI DEL MET
“Questi progetti sono una manifestazione del desiderio e della capacità del Met di collaborare in modo insolito con gli artisti contemporanei”, ha dichiarato Max Hollein. “Il Met stesso, l’edificio e i suoi spazi pubblici diventeranno piattaforme temporanee per presentare nuovi lavori, offrendo al nostro ampio pubblico l’opportunità di sperimentare l’arte contemporanea”. Dal 30 maggio al 2 settembre al Robert Lehman Wing sarà presentata per la prima volta la videoinstallazione immersiva Death is Elsewhere dell’artista islandese Ragnar Kjartansson. L’artista keniana Wangechi Mutu è stata selezionata per realizzare una serie di sculture per le nicchie della facciata del Met sulla Fifth Avenue; i lavori rappresenteranno la prima installazione mai realizzata per gli spazi esterni del museo e saranno svelati il 9 settembre 2019. L’artista canadese Kent Monkman invece realizzerà per la Great Hall del Met una serie di dipinti monumentali, visibili a partire dal 19 dicembre 2019.
IL MET DOPO LE TURBOLENZE PUNTA AL FUTURO
Nonostante gli ultimi mesi il Met abbia promosso iniziative votate alla valorizzazione delle proprie collezioni e ad attrarre nuovi pubblici, il museo ha trascorso anni molto difficili, alle prese con una crisi economica che ha portato, lo scorso anno, a tagli dello staff e a una riduzione del programma espositivo. Sebbene nel 2015 abbia attirato oltre 6 milioni di visitatori – anche grazie alla politica del “pay-as-you-wish” –, il museo ha visto aumentare il deficit passando dai 3,5 milioni del 2014 ai 7,7 del 2015 fino ai 10milioni del 2016. Situazione dalla ostica gestione, e che nel 2017 ha portato Thomas P. Campbell a rassegnare le dimissioni dalla direzione del Met. Dopo l’uscita di scena di Campbell, il museo è stato guidato da Daniel H. Weiss, presidente e CEO dell’istituzione, che nel gennaio 2018 ha avuto l’“ingrato” compito di comunicare le nuove e a quanto pare necessarie regole di accesso al Met: dopo 50 anni, il museo è passato dal già citato “pay-as-you-wish” – ovvero una libera offerta – al pagamento di un biglietto pari a 25 dollari per tutti i visitatori non residenti a New York. “La nostra attuale politica di ‘pay-as-you-wish’ non è più sufficiente per soddisfare le esigenze operative quotidiane del museo”, dichiarava senza mezzi termini Weiss che, manco a dirlo, ha attirato feroci critiche da parte dell’ambiente culturale newyorkese. Tre mesi dopo, precisamente nell’aprile 2018, è stato nominato il nuovo direttore del Met, Max Hollein, storico dell’arte austriaco che è stato alla guida dei Fine Arts Museums di San Francisco e in precedenza direttore e amministratore delegato di tre delle più prestigiose istituzioni d’arte tedesche, tra cui lo Städel Museum di Francoforte, oltre ad aver lavorato anche al Guggenheim Museum di New York. Hollein è stato chiamato alla guida del Met per risollevarne le sorti incerte, e il nuovo programma di commissioni d’arte contemporanea sembrerebbe essere un primo passo per rilanciare e rimodernare la vision del museo.
– Desirée Maida
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