Aldo Mondino nella toilette. La nuova mostra di Freaks Cabinet a Torino

Se la galleria rappresenta un gioiello nonché un unicum nella città sabauda per eleganza dello spazio espositivo e atmosfera conciliante l’indole “mitteleuropea” e “oltreoceanica”, Freaks Cabinet oltrepassa ogni regola di usanza e buone maniere curatoriali per proporre all’osservatore un’esperienza ironica e riflessiva – si sa: l’ironia, a differenza della risata, richiede intelligenza e ingegno. Un’esperienza, […]

Se la galleria rappresenta un gioiello nonché un unicum nella città sabauda per eleganza dello spazio espositivo e atmosfera conciliante l’indole “mitteleuropea” e “oltreoceanica”, Freaks Cabinet oltrepassa ogni regola di usanza e buone maniere curatoriali per proporre all’osservatore un’esperienza ironica e riflessiva – si sa: l’ironia, a differenza della risata, richiede intelligenza e ingegno. Un’esperienza, cioè, nel luogo più riflessivo nella quotidianità e allo stesso tempo più bizzarro nella mondanità: la toilette.

PAROLA AL CURATORE

La spiegazione della mostra pensata appositamente per l’8 marzo e, in generale, del progetto spetta al curatore Marco Albertaro: “In questa seconda mostra di Freaks, dopo Ray Smith, abbiamo scelto un progetto di Aldo Mondino, in linea di continuità con il manifesto programmatico di Freaks. Scegliamo artisti internazionali, musealizzati, e li esponiamo nel bagno, anche come metafora del sistema dell’arte: molto chiacchiericcio e poi l’arte importante finisce nel cesso Freaks è stata un’idea di Pablo, che io ho subito sposato. Mi pare irriverente, divertente, ma anche fortemente politica. E poi ci piaceva l’idea di lavorare insieme, lui artista (uno di quelli che io apprezzo di più) e io collezionista, tutti e due a giocare a fare quello che Bonami ha definito il lavoro più inutile del mondo, il curatore. Questa volta, per le opere di Mondino, abbiamo voluto fare un passo in più, ossia invitare un altro gallerista a curare la mostra nel nostro spazio, Franz Paludetto. Un altro piccolo elemento di rottura nelle logiche del sistema”.

FREAKS CABINET

In un gioco di scatole cinesi, a sua volta lo spazio di “igiene estetica” e di “rivolta” con lo schema tradizionale contiene un movimento di rottura attuato dallo stesso artista e coadiuvato dal gallerista: l’artista procede per ossimori, ovvero allude per esprimere, scherza seriamente, storicizza per rinnovarsi; il gallerista, dal suo canto, sembra assecondare il curioso spazio, selezionando opere che paiono quasi create per l’occasione. Freaks Cabinet nobilita punti di vista alternativi di grandi artisti spesso sclerotizzati nelle loro movenze tipicizzanti e rende giustizia al particolare nel generale, puntando i riflettori – o meglio, i neon! – su opere meritevoli di essere conosciute e che al contempo permettono di prendere meno sul serio il meccanismo degli eventi legati al mondo dell’arte, mantenendo sorprendentemente intatto il messaggio veicolato dalle stesse.

Federica Maria Giallombardo

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Federica Maria Giallombardo

Federica Maria Giallombardo

Federica Maria Giallombardo nasce nel 1993. Consegue il diploma presso il Liceo Scientifico Tradizionale “A. Avogadro” (2012) e partecipa agli stage presso l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Biella (2009-2012). Frequenta la Facoltà di Lettere Moderne presso l’Università degli Studi…

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