Archeologia della memoria. Anne e Patrick Poirier a Roma
Villa Medici, Roma ‒ fino al 5 maggio 2019. Il segretario generale e direttore ad interim dell’Accademia di Francia a Roma, Stéphane Gaillard, inaugura la prima mostra monografica di Anne e Patrick Poirier in Italia, “ROMAMOR”.
Anne e Patrick Poirier ritornano a Villa Medici cinquant’anni dopo il loro primo ingresso nella famosa Accademia di Francia. Ci ritornano con uno sguardo che ammicca malinconicamente al passato, senza per questo rimanere impantanato nel tempo che fu. Piuttosto la loro arte si propone di sviscerare i processi che hanno permesso la scomparsa di città e civiltà più o meno antiche, di indagare i meccanismi legati al passare del tempo e di guardare con fascino alle rovine contemporanee.
LA MOSTRA E LE OPERE DEI POIRIER
Il mistero del tempo che passa inesorabile, lasciando al presente solo alcune ed enigmatiche tracce, emerge in tutte le opere esposte a Villa Medici dalla coppia francese: città misteriose, ricostruzioni archeologiche immaginarie, rovine indecifrabili e oscure. L’incendie de la grande bibliothèque (1976), una delle opere più rappresentative, è emblematica in questo discorso sul tempo. Si tratta di un plastico, realizzato a carbone, di una città in rovina e distrutta dalla lucida follia umana, una metafora architettonica della memoria, unica certezza in un mondo troppo fragile.
Le monde à l’envers (2019), costruito a partire da un globo terrestre e da leggere come contrappunto all’arazzo Palmyre sulla devastazione del sito siriano da parte dell’Isis, confluisce in un autoritratto degli artisti sotto forma di Giano Bifronte. Giano, secondo la mitologia romana, era il custode di ogni forma di mutamento e il protettore di tutto ciò che concerne una fine e un nuovo inizio, una divinità bicefala che aveva il dono di vedere simultaneamente il futuro e il passato, così come si propone di fare l’arte di Anne e Patrick Poirier.
PASSATO E FUTURO
Quelle dei Poirier sono rovine arcaiche e progetti moderni allo stesso tempo, creati da due artisti che riescono ad avere sia la sensibilità dell’archeologo sia la visione dell’architetto.Il ricordo del tempo andato non coincide con le sensazioni che abbiamo effettivamente provato in quel tempo, eppure queste sensazioni continuiamo a ricordarle, a rievocarle.
Lo sguardo che volgiamo al passato è fragile, è uno sguardo che non possiamo definire saldo su verità immutabili. Attraversando ROMAMOR sembra che la coppia francese ci dica che il passato è prima di tutto un mistero, ma che per fortuna noi viviamo e ci nutriamo di memoria per affrontare più intensamente il tempo presente e per costruire, o meglio ricostruire, un futuro migliore.
‒ Mattia Andres Lombardo
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