L’equazione dell’arte. Quattro artisti a Torino
GSF Contemporary Art, Torino ‒ fino al 21 marzo 2019. La collettiva SIGNIFICATO=(PAROLA+SIMBOLO)4, curata da di Marco Albeltaro e Riccardo Costantini, riunisce le opere di quattro degli artisti più attivi dell’arte contemporanea torinese, Gianni Colosimo, Enrico Iuliano, Pablo Mesa Capella e Nicola Ponzio.
Per una città come Torino – dedita a una particolareggiata e costante ricerca linguistica che accoglie diversi ambiti di studio, dalla dialettologia alla semiotica alla filosofia estetica – è condizione necessaria e sufficiente che l’arte contemporanea si interroghi sul mutamento di significato che la stessa opera può acquisire in base allo spazio e nel corso del tempo.
Quattro artisti di tre diverse generazioni si confrontano, con altrettante variazioni, sul tema dell’indagine del senso della propria opera: non è un caso che si eviti, fin dal titolo, la parola “concetto”, termine che potrebbe fuorviare l’osservatore e, come un gioco di specchi sul buio, condurre al vicolo cieco e confortevole dell’arte “concettuale”. Le parole sono invece meno accomodanti, rese in formula matematica ancora più incisive; fondamentali insomma, l’una per l’altra indispensabili alla consapevolezza artistica.
GLI ARTISTI
Riguardo alla coscienza artistica, campione indiscusso è Gianni Colosimo, autoproclamatosi ironicamente uomo del destino creativo che si oppone alla faciloneria e al main stream – all’arte “da selfie” nelle grandi mostre; all’artista vip con gadget personalizzato – beffandosi del suo stesso sistema con un’opera fastidiosamente autentica. Delicati, invece, Enrico Iuliano e Nicola Ponzio: il primo, con le ormai ammiratissime idee-sculture, cerca una pulizia semantica che tramite la parola estetizza un possibile contenuto; il secondo, studiando l’essenza del colore blu, unisce filologia e pittura con un’apparente semplicità da virtuoso della combinazione stilistica. Infine, il giovane Pablo Mesa Capella presenta un’installazione che analizza la Parola: la sua opera è infatti imperniata su un discorso religioso, politico e sociale; in un colpo d’occhio sintetizza e annulla confini fra culture, rileggendo e assemblando simboli solo superficialmente distanti. Un’occasione di contatto tra linguaggi e generazioni diversi che prospetta come unico fine la critica del tempo odierno.
‒ Federica Maria Giallombardo
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