I destini dell’arte. Sei artisti a Firenze
Eduardo Secci Contemporary, Firenze – fino al 23 marzo 2019. Sei artisti per una riflessione sull’arte nella contemporaneità. Sculture, installazioni, pitture informali e astratte: linguaggi che si compenetrano e creano un percorso suggestivo e denso di domande sul futuro.
Da sempre l’arte ha giocato un ruolo di intermediario fra società e potere economico-politico, ma è anche un potente strumento di lotta sociale. Sei artisti provano a definirne i destini. Si ragiona per metafore, astrazioni, oggetti quotidiani assurti a caricature del sistema: con sottile ironia, Alberto Borea ricorda che la censura può ancora imbavagliare la voce dell’arte. Su corde simili, Santiago Taccetti realizza un’astratta metafora delle ineguaglianze sociali. L’ossessione per la dimensione commerciale (anche dell’arte) è il tema della riflessione di Hugh Scott-Douglas. Dialogo diretto fra Victor Agius e Diana Al Hadid: il primo studia il concetto di propaganda iconografica legato ai monumenti, la seconda li decostruisce in “non forme” sperimentali. Infine, con amaro realismo, Hector Zamora si chiede quale può essere, in questa situazione, il destino delle opere d’arte. Una mostra eterogenea, ma suggestiva e impattante, carica di interrogativi.
‒ Niccolò Lucarelli
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