L’emigrante di Manoa. Pedro Terán a Milano
Galleria Federico Luger, Milano – fino al 15 marzo 2019. Mostra personale di Pedro Terán, precursore dell'arte concettuale in Venezuela. Un tessuto di metafore con cui l'artista crea risonanze tra attualità e storia del Paese natio.
Gli aspetti formali e concettuali espressi da Pedro Terán (Venezuela, 1948) in occasione de L’Emigrante di Manoa, prima personale alla FL Gallery di Milano, emergono appena varcata la soglia della mostra.
Dodici opere mettono in risalto, in tutta la loro raffinatezza, la poetica dell’artista grazie alla cura dell’allestimento. Durante il percorso si notano numerosi dettagli dal forte valore simbolico, per esempio le parole stampate o in rilievo connesse alle fotografie e alle sculture, le quali accentuano l’unione di elementi teorici a strategie visive. Pittura, performance, installazione e intervento sul paesaggio, che spesso prevedono l’uso del cemento, si ravvivano con forme geometriche e colori limpidi.
Attraverso i suoi lavori, come Lamento de piedra o Mantegna in Manoa, Terán crea una connessione tra cultura italiana e venezuelana, proponendo una rilettura di alcune opere della tradizione artistica dei due Paesi. In tale ambito, pur anticipando gli esiti dell’arte concettuale in Venezuela, che risultano preponderanti nei contenuti, Pedro Terán si dimostra capace di affrontare temi attuali come l’emigrazione in maniera incisiva e allo stesso tempo efficace anche dal punto di vista formale.
‒ Corina Trevisan
Questo testo è stato scritto in occasione del corso di Critical Writing I del Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali di NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.
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