La pittura-oggetto di Phillip Allen. A Milano
Galleria Luca Tommasi, Milano ‒ fino al 30 marzo 2019. Philipp Allen spariglia le “regole” della pittura nella sua mostra personale presso la galleria milanese.
Una sola parola, Deepdrippings, da pronunciare tutta d’un fiato. È questo il titolo della prima personale in Italia di Phillip Allen, in corso alla galleria Luca Tommasi, a Milano.
L’artista inglese, classe 1967, dissolve se stesso nella pittura a olio esasperandola fino a indagare i limiti della bidimensionalità. Sembra mischiarne le carte: tela e cornice, figura e sfondo, margini e centro si dissolvono in un all over parossistico di grumi ed escrescenze, artifici ed “espressionismi”. L’opera si stratifica nella sua materialità solidificandosi e sprigionando odore di colore appena steso, rappreso e saturo.
Il gioco intellettuale e visuale è sofisticato: le opere di Allen evocano l’azione del pittore mentre l’impasto cromatico sembra autogenerare veri e propri screen saver. Una lezione fondamentale per l’artista è, non a caso, quella del concetto di “spazio acustico” definito da Marshall McLuhan, teorico della comunicazione contemporanea. La pittura di Philipp Allen agisce su tutti i nostri sensi attraverso il “rumore ambientale” di segni che deflagrano al limite dell’oggettualità.
‒ Giusi Affronti
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