Muore a Bologna all’età di 88 anni Andrea Emiliani, storico dell’arte e docente universitario
Lo studioso e accademico è scomparso dopo una lunga malattia. A lui si devono importanti studi sull’arte emiliana del Seicento e la fondazione dell’Istituto dei Beni Culturali della Regione Emilia Romagna
È morto a Bologna, all’età di 88 anni, Andrea Emiliani, storico dell’arte fondatore nel 1974 dell’Istituto dei Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, oltre a essere stato direttore della Pinacoteca Nazionale di Bologna (che ha riorganizzato dal 1955) e Soprintendente ai Beni Artistici e Storici di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna. Emiliani si è spento all’Ospedale Sant’Orsola di Bologna, dopo una lunga malattia.
ANDREA EMILIANI, UNA VITA PER L’ARTE
Nato a Predappio nel 1931, Andrea Emiliani è stato inoltre docente di Museografia e Storia dell’Arte all’Università di Bologna, Ispettore onorario per la Didattica nei musei del Patrimonio artistico e storico nazionale del Ministero dei Beni Culturali. Ha collaborato inoltre con La Sapienza di Roma, il Politecnico di Torino e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, ed è stato membro dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia Raffaello di Urbino. All’attività accademica, Emiliani ha affiancato anche la scrittura giornalistica, collaborando con Il Resto del Carlino. Tra i suoi compiti più importanti, è nel 1974 la fondazione dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, attualmente presieduta da Roberto Balzani, che con un post pubblicato sulla propria pagina Facnebook ricorda lo storico dell’arte scomparso: “La scomparsa di Andrea Emiliani priva l’IBC del suo fondatore. Andrea, che nel 1974 era stato un protagonista della stagione in cui le Regioni a statuto ordinario, da poco costituite, strutturavano una propria identità, aveva immaginato per l’Emilia-Romagna una funzione pilota. Essa avrebbe dovuto, quando ancora a Roma non esisteva un Ministero per i beni culturali, dar vita ad un Istituto apposito, in grado non solo di dedicarsi al censimento del patrimonio in mano agli enti locali e alla sua conservazione, ma anche all’allargamento della platea stessa dei “beni culturali” oggetto di analisi e di tutela (…) L’IBC, che la Regione Emilia-Romagna considera tuttora un elemento peculiare del proprio assetto istituzionale, rimasta struttura anticipatrice e visionaria peraltro unica in Italia, ha sempre conservato con il suo fondatore un legame di affetto e di riconoscenza profondo; maestro, amico, educatore nell’accezione più alta del termine, suggeritore, consigliere, animatore, polemista: Andrea Emiliani, per quelli che hanno lavorato e che lavorano in IBC è stato tutto questo e molto di più…”.
GLI STUDI DI ANDREA EMILIANI
A Emiliani si devono importanti studi sull’arte emiliana del Seicento. Tra i suoi saggi, ricordiamo quelli dedicati ai Carracci, a Guido Reni e Simone Cantarini. È stato inoltre tra i massimi esperti e conoscitori di Federico Barocci: è del 1975 la grande mostra che Emiliani ha organizzato a Bologna, e del 1985 un’importante opera monografica. L’importanza del contributo di Emiliani allo storia dell’arte è sottolineata anche dal sindaco di Bologna Virginio Merola, che così ricorda l’intellettuale: “Bologna piange la scomparsa di Andrea Emiliani, straordinario uomo di cultura. Emiliani ci ha insegnato a conoscere l’arte, soprattutto ci ha insegnato che l’arte può e deve essere popolare e accessibile a tutti. Questo ha fatto nella sua vita di studioso, di critico profondo da Raffaello ai Carracci, da Guido Reni a Morandi, a Federico Barocci di cui era il massimo esperto mondiale. Emiliani ha dato tanto alla nostra terra, alla nostra cultura, alla nostra città. Ci ha insegnato che il museo è uno spazio aperto, che la città e l’ambiente sono museo vivo e da vivere. L’arte – lui – l’ha portata davvero ovunque e l’ha fatta uscire in strada, tra le persone. Il Comune di Bologna gli conferì l’Archiginnasio d’Oro: oggi che Emiliani ci lascia penseremo a come ricordarlo ancora tra noi, come se ci potesse accompagnare ancora tra le bellezze della nostra città”.
– Desirée Maida
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