Nasce all’interno del Pastificio Cerere spazio_duale, nuovo centro per la fotografia a Roma
Il nuovo spazio si contraddistingue per la multidisciplinarietà e per le attività didattiche proposte, in stretta collaborazione con l’Istituto Superiore di Fotografia. Abbiamo parlato con Jacopo Tofani, direttore di spazio_duale
Continua a crescere la comunità artistica del Pastificio Cerere, hub creativo che ha reso il quartiere di San Lorenzo a Roma uno dei punti di riferimento più attivi nel panorama della creatività contemporanea. Dopo l’apertura nell’ambito della Fondazione dello Spazio Molini, avvenuta lo scorso dicembre, all’interno dell’ex pastificio è appena approdata una nuova realtà, dedicata alla fotografia e non solo: si tratta di spazio_duale, che si definisce come “il nuovo punto di incontro per le arti visuali a Roma”. Non solo spazio espositivo quindi, ma anche un luogo d’incontro in cui vengono proposti workshop e talk, all’insegna della multidisciplinarietà: oltre alla fotografia, anche illustrazione, design, multimedia, street-art, pittura, graphic novel, scultura e architettura. Con la direzione del fotografo Jacopo Tofani, spazio_duale offre al suo pubblico non solo un’area espositiva, ma anche un bistrot ed un bookshop nato dalla collaborazione con la libreria Leporello. Abbiamo intervistato Jacopo e ci siamo fatti raccontare la storia del suo spazio,
Quali sono le condizioni e il background che hanno portato alla nascita di spazio_duale? Come mai hai deciso di intraprendere questo progetto?
Il mio percorso comincia tantissimi anni fa quando ero solo un bambino, sono cresciuto tra le pareti del Pastificio Cerere che dai primi anni Novanta è sede dell’ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia, che fu fondato da mio zio nel 1985, poco prima che nascessi. Il mio percorso è stato quindi un filo continuo all’interno di ambienti fotografici e non solo. Quando compii 20 anni lavoravo già all’Istituto e da allora non mi sono più fermato occupandomi inizialmente di comunicazione, dell’organizzazione di mostre e infine della gestione generale. Oggi al fianco della presidente, e mia madre, Francesca Chiumiento, porto avanti l’attività didattica che ci permette di formare fotografi riconosciti a livello mondiale.
Quando arriva l’idea di aprire spazio_duale?
All’inizio del 2018 si è presentata la possibilità di allargare gli spazi della scuola, ma allo stesso tempo si sentiva la necessità di avere un luogo che potesse racchiudere e accogliere le arti visuali e che mettesse in dialogo i diversi linguaggi, per questo motivo abbiamo deciso di fondare spazio_duale. Qui le arti visuali non sono più divise e staccate, ma si mescolano creando qualcosa di nuovo e innovativo.
spazio_duale si trova all’interno del Pastificio Cerere, luogo deputato all’arte contemporanea. Come si inserisce spazio_duale nel contesto creativo del Pastificio? Che rapporti ha con le altre realtà artistiche dello spazio?
Il Pastificio è un po’ il tempio, il simbolo per l’arte contemporanea romana, noi siamo nel cuore dell’edificio e sicuramente la presenza degli artisti residenti sarà una costante per l’attività espositiva e di talk. Siamo ancora agli inizi ma sicuramente il coinvolgimento degli artisti del Pastificio non mancherà.
Come si presenta spazio_duale? Com’è strutturato lo spazio e cosa offre al pubblico?
Come dice il nome, spazio_duale ha più vite al suo interno, l’identità è composta da un insieme di offerte, a partire dalla grande sala espositiva che propone un programma di mostre a ingresso gratuito, passando per la didattica con seminari e workshop con artisti provenienti da tutto il mondo, per arrivare al bookshop che in soli 2 mesi ha già presentato 3 selezioni diverse e il bistrot che offre un punto di incontro e scambio di idee per gli artisti o per chi semplicemente si interessa di arte.
Che tipo di visione e linea curatoriale sarà adottata per la programmazione delle mostre?
La scelta espositiva è sempre fortemente legata alle attività svolte nello spazio, ogni appuntamento dialoga con il resto delle realtà presenti a spazio_duale, proprio per questo motivo si è scelto di cominciare con un workshop che si è concluso con una mostra fotografica e una live performance; contemporaneamente il bookshop proponeva volumi selezionati dalle stesse artiste e la curatrice. Questo per forgiare sin da subito un’identità formativa, espositiva e performativa non esclusivamente legata alla fotografia. Gli argomenti proposti ed i temi trattati sono pensati per raggiungere un pubblico eterogeneo, e far si che sempre più persone vengano a contatto con le differenti arti visive che in una visione contemporanea vanno fondendosi sempre più tra loro.
Oltre a quella espositiva, che tipo di attività e progetti avete in mente di sviluppare?
Oltre all’attività espositiva sono in programma talk e presentazioni di libri in presenza di autori ed editori, i workshop e i seminari completano il quadro delle attività svolte.
Lo spazio conta su collaborazioni? Se sì, chi partecipa al progetto?
Si, lo spazio collabora con diverse realtà presenti sulla scena artistica romana, oltre alla collaborazione con i nostri vicini di casa dell’ISFCI, ai quali è affidata gran parte della didattica, collaboriamo anche con Chiara Capodici della libreria Leporello photobooks et al. che insieme a Martina Zanin cura le selezioni periodiche dei volumi esposti e Niccolò Fano, fondatore della galleria Matèria.
In che modo vi inserite nell’ambito dell’offerta culturale romana, soprattutto per quanto concerne il settore fotografia?
La fotografia e la formazione sono da decenni il nostro pane quotidiano, la vera sfida sarà proprio quella di uscire da questi schemi e guardare oltre.
Ci parli delle mostre che avete organizzato finora all’interno di spazio_duale?
Si è appena conclusa Images of Normality, che ha inaugurato e dato subito un’identità, quella del workshop, mostra, bookshop, allo spazio. In questi giorni invece abbiamo appena aperto Most Were Silent di Anush Hamzehian e Vittorio Mortarotti, che prosegue la programmazione degli eventi in calendario. Ancora una volta il dialogo con il bookshop è una caratteristica determinante, visto che oltre alla mostra è in programma un talk con gli autori e l’editore Milo Montelli di Skinnerboox che presenteranno per la prima volta a Roma il libro realizzato nel 2018.
– Desirée Maida
Roma // fino al 31 marzo 2019
Anush Hamzehian e Vittorio Mortarotti – Most Were Silent
spazio_duale
Via degli Ausoni 3
www.spazioduale.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati