Catania: CollicaLigreggi diventa Galleria Massimo Ligreggi. L’intervista
Massimo Ligreggi e Gianluca Collica si separano. La galleria prende il nome del primo e resta negli spazi di Via Indaco a Catania. Ecco perché
Nuovo corso per la galleria CollicaLigreggi, sodalizio tra Massimo Ligreggi e Gianluca Collica cominciato nel 2011. Otto anni di lavoro insieme, restando a Catania, ma imponendo la propria ricerca e l’impegno nel sistema dell’arte, poi la decisione di separarsi e percorrere strade differenti. Nello spazio di via Indaco ci resta Massimo Ligreggi, che oggi, da solo, dà il nome alla galleria. Lo abbiamo intervistato.
Nuovo corso, stesso spazio. Nel 2019 la galleria cambia nome è diventa Galleria Massimo Ligreggi. Ripercorriamo un po’ la storia della galleria?
Questo è un anno particolarmente importante per me, uno degli obiettivi principali è proprio quello di aver inaugurato, già da oltre due mesi, la mia galleria.
Per otto anni, io e Gianluca, abbiamo condiviso la stessa passione, lavorando in modo complementare e costruendo una galleria con una chiara identità, con vari riconoscimenti nazionali e internazionali. Oggi le idee non sono più le stesse, e ognuno di noi desidera portare avanti un proprio progetto, nel quale si possa riconoscere pienamente.
La sede però resta quella di via Indaco…
La galleria si trova vicino al luogo in cui sono cresciuto, per questo motivo la sento mia e ci tenevo a restare qui, zona dell’archeologia industriale di Catania.
Come cambierà invece l’identità della galleria? Quali sono i vostri nuovi progetti?L’identità rimane sempre la stessa, spero solo in una celere crescita, ma posso dire a gran voce che la “massimoligreggi” ha avuto un ottimo inizio con Zaza Calzia. Personalmente la definisco un’artista dal lavoro giovane ma non di giovane età. Lei è stata una grande scoperta ed ho voluto inaugurare la mia galleria con una sua personale e spero di portarla anche in fiera.
E poi?
La seconda mostra, attualmente in corso in galleria, è una personale di Eelco Brand, l’artista olandese che realizza delle magiche animazioni digitali, le sue opere rimandano alla natura in un modo così dettagliato da sembrare reali. Animazioni a ciclo continuo che offrono nuovi modi di rappresentazione, lo possiamo definire un nuovo linguaggio di scultura digitale. Prossimamente inizierò una collaborazione con un curatore siciliano, a me molto caro.
Cosa significa fare galleria in una città come Catania?
Catania è una città molto in movimento, una città esotica, sotto il vulcano e vicino al mare… tanti sono gli artisti che hanno voglia di lavorare in Sicilia e sono presenti importanti collezionisti nel territorio. Considerando che ci sono poche gallerie d’arte contemporanea la galleria “massimoligreggi” è un punto di riferimento per gli amanti dell’arte.
Il 2018 è stato un anno d’oro per la Sicilia, se parliamo di arte e cultura. Secondo te è vero? In che modo gli eventi come Manifesta hanno interagito con il territorio. Che cosa hanno lasciato? Questi effetti positivi (se ci sono stati) sono arrivati anche a Catania?
Manifesta ha lasciato un lontano e bel ricordo, di una manifestazione fatta in Sicilia ma credo che non ha lasciato nulla, soprattutto su Catania. Ma son sicuro che Palermo abbia fatto una bellissima figura su Manifesta.
–Santa Nastro
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