Scienza, suono e minimalismo. Christian Fogarolli e Michele Spanghero a Venezia
Galleria Alberta Pane, Venezia ‒ fino al 20 aprile 2019. Accomunati dall’età e da una poetica votata all’essenza, Christian Fogarolli e Michele Spanghero dialogano nella sede lagunare della galleria di Alberta Pane.
C’è un filo sottile che collega le poetiche di Christian Fogarolli (Trento, 1983) e Michele Spanghero (Gorizia, 1979): oltre al legame generazionale, è un comune interesse per l’essenzialità a rendere organica e ben strutturata la bipersonale Recent works, allestita negli spazi lagunari di Alberta Pane.
Minimale negli esiti ma nettamente radicata in un denso humus teorico, la ricerca dei due sceglie ambiti di indagine autonomi, capaci però di entrare in un dialogo dai potenti risvolti visivi.
Se Spanghero individua nelle possibilità del suono ‒ e della sua trasformazione ‒ un mezzo per avvicinarsi alla materia e ridurla ai minimi termini, Fogarolli opera nel solco del rapporto fra arte e scienza, trovando nell’elemento minerario un atavico strumento per sondare i misteri della mente. La pietra, che nel Medioevo poteva essere foriera di pazzia se celata nel cranio del paziente, diventa per Fogarolli un veicolo di riflessioni sul tema della diversità e delle variabili percettive. Anche nella ricerca di Spanghero la percezione gioca un ruolo chiave, sia sul fronte sonoro ‒ di forte impatto le canne d’organo “animate” da un respiratore polmonare ‒ sia in ambito visuale, con gli algidi scorci di white cube che compongono la serie Studies on the Density of White.
‒ Arianna Testino
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