Questione di fede. Iaia Filiberti a Cannobio
Palazzo Parasi, Cannobio ‒ fino al 5 maggio 2019. Fede religiosa ed estetica contemporanea si mescolano nell’opera di Iaia Filiberti esposta al Palazzo Parasi di Cannobio.
Quello che la milanese Iaia Filiberti propone a Palazzo Parasi di Cannobio, il suo recente Cappelline, non è un lavoro fotografico, nonostante l’apparenza. La sua non è una ricerca linguistica. Si tratta piuttosto di un lavoro installativo, in cui l’artista è protagonista in una particolare accezione della performance. La fotografia serve a documentare, diviene strumento di registrazione.
Nelle sue opere c’è sempre, o quasi, un riferimento biografico. Qui è una testimonianza di fede nella religione cattolica. L’artista è, infatti, colta, sempre di spalle, mentre si inginocchia di fronte alla Madonna all’interno di piccole cappelle votive. È vestita con i suoi abiti coloratissimi, i suoi tacchi spesso molto alti, le unghie colorate. Un’apparente trasgressione che così non è, anzi. Cappelline è un modo di raccontarci un aspetto portante della sua vita che può rimandare alla vita di molti, che qui contempla la presenza di un oggetto architettonico decisamente desueto. E l’ironia? A ciascuno la sua lettura.
Un piccolo catalogo con i testi di Marina Mojana e Giulia Ceriani accompagna la mostra.
‒ Angela Madesani
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