Vizi e satira. Riccardo Mannelli a Lecce
Kunstschau Contemporary Place, Lecce – fino al 30 aprile 2019 // Must, Lecce – fino al 31 maggio 2019. L’essenza ‒ imperfetta e viziosa ‒ dell’umanità in epoca postmoderna ritratta da Riccardo Mannelli, storico disegnatore satirico e fautore di un’assoluta libertà d’espressione.
Umano, troppo umano. Riccardo Mannelli (Pistoia, 1955) ritrae, in chiave satirica, l’essenza dell’umanità: imperfetta, viziosa, nevrotica, intrinsecamente “mancante di”. È una bellezza, questa, tutt’altro che accademica. Umana, appunto. Che l’autore toscano ‒ collaboratore, fino al terzo numero, della storica rivista satirica degli Anni Settanta Il Male, nonché di importanti riviste satiriche e quotidiani italiani, da La Repubblica al Manifesto, da Cuore a La Stampa, da Linus al Fatto Quotidiano, solo per citarne alcuni ‒ ritrae attraverso il linguaggio del disegno. Più della pittura e più di qualunque altra forma artistica, il disegno, nella poetica di Mannelli, corrisponde al concetto di “sublime”. “È il mio ‘respiro animale’”, dichiara l’artista toscano, sottolineando che il disegno “fa parte della genetica stessa dell’uomo”.
CORPO E UMANITÀ
Il collettivo Kunstschau, in collaborazione con il Must di Lecce, dedica a Riccardo Mannelli Diario di un Vizio, personale antologica che raccoglie le sue opere nel periodo incluso fra il 2000 e il 2019. Il titolo della mostra richiama chiaramente il film di Marco Ferreri del 1993, in cui il regista milanese narra ossessioni erotiche che s’intrecciano con questioni esistenziali vissute dal protagonista.
La tautologia del corpo ‒ apparenza che, parafrasando Sartre, “non nasconde l’essenza ma la rivela” ‒ racconta, nell’audace e scabroso universo di Mannelli, l’umanità come “progetto gettato” e irrisolto. L’amara ironia che contraddistingue la satira politica e di costume del disegnatore toscano descrive la parabola di un’umanità, che, anche nella postmodernità, subisce le contraddizioni del potere. Mannelli porta all’estremo la sua indagine sulla dimensione dell’umano, frutto di una curiosità “verso i suoi simili” che egli stesso definisce “morbosa”.
DISEGNI E SERIE
Le sale del Must si riempiono, quindi, di disegni e ritratti che appartengono a diversi cicli di opere: dagli Appunti per la ricostruzione della bellezza, a Blues, da Hasta mañana mi amor alla serie Ammazzami, dedicata alla violenza di genere. La white room della sede di Kunstschau, invece, ospita il ciclo pittorico Commedia in Z.E.R.O., definito dallo stesso Mannelli “una sorta di anagrafe anatomica contemporanea”.
‒ Cecilia Pavone
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