Virtual Reality, il Padiglione dell’Azerbaigian alla Biennale d’Arte di Venezia 2019
Ruota attorno al tema delle “fake news” e dell’impatto che i social media e internet hanno sul mondo contemporaneo la mostra che l’Azerbaigian presenta a Venezia in occasione della prossima Biennale
Rispondendo a May You Live in Interesting Times, tema della 58. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia curata da Ralph Rugoff, l’Azerbaigian propone all’interno del proprio Padiglione nazionale la mostra Virtual Reality, che vedrà gli artisti azeri Kanan Aliyev, Ulviyya Aliyeva, Zeigam Azizov, Orkhan Mammadov e Zarnishan Yusifova riflettere sul fenomeno delle fake news, “oggi considerate una delle maggiori minacce alla democrazia, alla libertà di dibattito e al progresso, esplorando sfide e implicazioni del vivere in un’epoca di post-verità in cui i social media possono rivelarsi un’arma a doppio taglio”, come si legge nella nota stampa ufficiale del Padiglione dell’Azerbaigian.
IL PADIGLIONE DELL’AZERBAIGIAN ALLA BIENNALE DI VENEZIA 2019
A cura di Gianni Mercurio e Emin Mammadov e organizzata dalla Fondazione Heydar Aliyev, Virtual Reality esaminerà quindi il tema delle fake news e della virtualità che oramai contraddistingue la vita quotidiana di ognuno di noi, attraverso progetti, installazioni e sculture multimediali presentate dagli artisti partecipanti alla mostra. Zeigam Azizov con Headlines prende in considerazione il predominio dei media concentrandosi sull’influenza esercitata dai titoli. L’opera, realizzata sotto forma di saggio testuale e visivo, è in parte una risposta al predominio dei media e alla complessa relazione tra immagini e tempo. Zarnishan Yusif (Yusifova) mette in discussione il rapporto tra social media e relazioni umane in una sorta di cyber installazione dal titolo Bubble Reflection. Orkhan Mammadov presenta sotto forma di installazione due esperimenti audiovisivi immersivi che confondono i confini tra spazio fisico e digitale: Circular Repetition utilizza dati costituiti da elementi di ornamenti tradizionali, mentre in Muraqqa l’artista ha rivisitato il tradizionale album di miniature rappresentandole come una storia digitale lineare, diventando fonte di una riproduzione virtuale alternativa. Kanan Aliyev e Ulviyya Aliyeva presentano le opere Globe – una scultura apparentemente immobile, ma una leggera interferenza è sufficiente per cambiarne la direzione – e The Slinky effect, che rappresenta il flusso di notizie dei social network dal quale siamo costantemente investiti.
LA BIENNALE D’ARTE DI VENEZIA 2019
Il quadro delle partecipazioni nazionali alla prossima Biennale di Venezia si può considerare ormai quasi delineato, e addirittura abbiamo assistito anche alla defezione del Kazakistan, che ha deciso di annullare la propria partecipazione a causa di tagli di budget (ne abbiamo parlato qui). Poco tempo fa vi abbiamo inoltre parlato della mostra che il curatore Milovan Farronato ha ideato per il Padiglione Italiano, con gli artisti Liliana Moro, Chiara Fumai ed Enrico David. Giusto per fare una veloce panoramica, di recente vi abbiamo svelato le prime anticipazioni sulla cineasta e poetessa Nujoom Alghanem al Padiglione degli Emirati Arabi Uniti, su Danica Dakić e Roman Stańczak che rappresenteranno rispettivamente la Bosnia-Erzegovina e la Polonia, İnci Eviner la Turchia, Naiza Khan il Pakistan, Itziar Okariz e Sergio Prego la Spagna, Kudzanai Violet Hwami, Neville Starling, Georgina Maxim e Cosmas Shiridzinomwa lo Zimbabwe, Dineo Seshee Bopape, Mawande Ka Zenzile e Tracey Rose il Sudafrica, Leonor Antunes il Portogallo, Nandalal Bose, Atul Dodiya, GR Iranna, Rummana Hussain, Jitish Kallat, Shakuntala Kulkarni e Ashim Purkayastha l’India e Belu-Simion Făinaru, Dan Mihălțianu e Miklós Onucsán la Romania.
– Desirée Maida
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