Acqua Foundation. I nuovi progetti tra arte e sostenibilità a Venezia, Cannes e Sicilia
Dopo l’esordio a Palermo in occasione di Manifesta12 la Fondazione, tra arte contemporanea e ambiente, approda a Venezia e a Cannes, verso un nuovo progetto in Sicilia. L’intervista.
L’arte come strumento di riflessione e analisi rispetto alle tematiche politiche ed ecologiche legate all’ambiente. È questa l’idea alla base di Acqua Foundation, lanciata a Palermo in occasione di Manifesta 12 e presentata da Artribune in questa intervista. Oggi, dopo le tappe di Venezia e Cannes, facciamo il punto sul progetto incontrando i fondatori Cecilia Ago, Gabriele Bonfiglioli, Giuseppe di Vita, Aurelia Musumeci Greco, Federico Riggio.
Acqua Foundation è stata presentata a Palermo nel 2018 in occasione di Manifesta. Come si è evoluto il progetto da allora?
Palermo è stato un inizio. Da allora abbiamo riscontrato molto interesse da parte sia di privati, sia di Istituzioni per delle collaborazioni. Il “tema dell’acqua” sta diventando sempre più centrale a livello globale perché è un tema urgente che non possiamo ignorare. Ma dobbiamo fare tutti di più per far capire la rilevanza di questa risorsa, altrimenti, nei prossimi anni, ci troveremo a dover fronteggiare emergenze difficilmente gestibili. Siamo ancora in tempo. Ma il tempo è poco.
Alla Biennale di Venezia vi siete presentati con un progetto di Andreco…
Venezia durante la Biennale diventa il centro del mondo. Abbiamo voluto portare “le bottiglie d’acqua in cartone”, disegnate da Andreco e riutilizzabili, per mettere un seme contro l’utilizzo della plastica usa-e-getta!
Come mai avete scelto di lavorare con l’artista Andreco?
Andreco è un artista da sempre sensibile alla sostenibilità ambientale. Prima di essere un artista è un ingegnere ambientale. Ha realizzato il primo muro sul Canal Grande sulle pareti delle “Fondamenta Santa Lucia” (stazione) che affronta il tema dell’acqua alta e dell’impatto dei cambiamenti climatici, quindi ci sembrava la firma più giusta per la prima box-water d’artista.
Che tipo di piazza e di sensibilità avete riscontrato sui temi cardine della Fondazione a Venezia?
I temi di Acqua Foundation sono temi che riguardano tutti noi. La sostenibilità del nostro pianeta è un tema ricorrente alla Biennale di quest’anno. Ci ha colpito in particolare il lavoro Joan Jonas che dialoga sul tema dell’acqua e dell’importanza degli oceani: sempre di più l’arte si fa “veicolo” per diffondere messaggi importanti e noi non possiamo che esserne contenti.
Quali sono le prossime azioni che avete in cantiere? In quali territori?
Il 23 maggio siamo stati a Cannes al Festival. Con i Flatform, un collettivo che presenterà un documentario bellissimo su Tuvalu, il più piccolo stato del mondo dopo il Vaticano: uno stato che sta sprofondando sott’acqua. Siamo partner del progetto perché, in particolare, il video diffonde il messaggio sull’importanza dell’acqua attraverso una pellicola piena di fascino. Inoltre, vi sveliamo che – come partner – nei prossimi mesi presenteremo la versione museale del film. Stiamo anche lavorando ad un altro progetto molto importante in Sicilia, che annunceremo a breve…
La Fondazione manterrà questa natura “itinerante”?
Crediamo che con una struttura flessibile e itinerante, fondata su collaborazioni con altre Istituzioni, possiamo amplificare il nostro messaggio e raggiungere più velocemente i nostri obiettivi.
–Santa Nastro
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