Dopo aver ospitato Bacon, Giacometti e Picasso, la Galleria Borghese torna a mettere la propria collezione in dialogo con i maestri della modernità e del contemporaneo. Questa volta tocca a Lucio Fontana (Rosario, Argentina, 1899 – Varese, 1968), padre dello Spazialismo: si tratta del primo artista italiano di questo ciclo. Dal 22 maggio, in occasione della mostra Lucio Fontana. Terra e oro, saranno esposte le opere realizzate dall’artista tra il 1958 e il 1968, allestite in due sale nel piano dedicato alle sculture e in sei sale nella galleria delle pitture al piano superiore. Tra i temi principali c’è la questione dello spazio, un problema dell’arte figurativa trasversale a tutte le epoche, che gli artisti hanno affrontato nei modi più disparati. L’opera di Fontana, sotto questo aspetto, rappresenta una rivoluzione storica, in quanto abolisce la rappresentazione dello spazio per crearlo, attraverso i suoi celebri Tagli e Buchi. Fondamentale è anche la presenza dell’oro che, da segno di potenza e ostentazione nell’età barocca, diventa astrazione anti-naturalista, parte della struttura stessa dell’opera che cattura la luce circostante. Gran lavoro per la curatrice Anna Coliva che è riuscita a riunire una vasta serie di lavori in oro provenienti da collezioni pubbliche e private in tutto il mondo, piccolo rammarico solo non avere il lavoro color oro di proprietà dello stato italiano che per un prestito negato è rimasto attaccato alle pareti della residenza dell’ambasciatore italiano a Tokyo. Vicine alla maniera seicentesca sono invece le Crocifissioni, scosse da un movimento impetuoso riscontrabile nell’uso della ceramica. Queste ultime sono presentate in una colossale installazione al piano terra.
– Giulia Ronchi
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Giulia Ronchi
Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…