Camouflage e strategie. Aqua Aura a Parma

Museo d’Arte Cinese ed Etnografico, Parma – fino al 23 maggio 2019. Uomo e natura entrano in dialogo a Parma, nell’ambito della mostra di Aqua Aura.

È un luogo intriso di storia il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma, dove Aqua Aura, in occasione di Parma 360 Festival della creatività, trova agevolmente spazi in cui posare le sue immagini. In un percorso particolareggiato e secolare, i suoi lavori si caricano d’ulteriore trascendenza, creando un ecosistema che si espande fino a diventare tutt’uno con l’ambiente circonstante. La personale La stratégie du camouflage, a cura di Marta Santacatterina, fluisce come un dialogo calmo ma profondo con l’osservatore, simile a quello primordiale tra uomo e natura, senza trascurare il mutare continuo in sincrono dei due soggetti né gli aspetti legati all’influenza nefasta delle azioni umane sul mondo. Nelle sue progettazioni digitali in grande formato, presenti nella prima sala, gli elementi naturali si fondono in un ambiente macroscopico di sintesi colorata, che vede piante, dettagli urbani, ingrandimenti di cellule, virus e tessuti umani partecipare al pullulare incessante della vita. La complessità dell’esistenza, scandagliata nel suo profondo, mette in luce quella dell’ambiente complessivo in cui viviamo.

Aqua Aura, Monema 6, 2015

Aqua Aura, Monema 6, 2015

LA MOSTRA E LE OPERE

Millennial Tears (2017) è il video che accompagna, avvolgendolo, il cammino verso lo spazio successivo. Ci si muove lungo una rampa che scende adagio verso la sala più ampia del museo, ma ci si può anche sedere e farsi trasportare dagli scenari immensi dei ghiacciai artici, mentre solidi d’acqua si sciolgono in arditi movimenti e maestose fratture producono suoni ammalianti. Qui la coscienza è smossa con lo stesso impeto della natura che trasforma se stessa, facendo balenare la responsabilità del singolo verso tutto ciò che lo circonda.
Nell’ultimo spazio, tra ceramiche della dinastia Ming e Qing, troviamo altre significative immagini con protagonisti piante e fiori in fase mitotica con cellule organiche su sfondo nero. È un assemblaggio naturale così come l’allestimento che mette in relazione la ricerca dell’artista con l’antica e pregna presenza dei pezzi del museo. Al centro di questo, sculture create con stampa 3D sono presentate in teche di vetro avvolte da un nastro di tulle come se fossero regali scintillanti (The Gift). Irresistibili oggetti che, in realtà, altro non sono se non cellule impazzite, ammalianti bulbi vibranti di pericolosità, con le quali ci si deve confrontare prima o poi.

Domenico Russo

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Domenico Russo

Domenico Russo

Domenico Russo è laureato in Beni Artistici, Teatrali, Cinematografici e dei Nuovi Media presso l’Università di Parma. Ha collaborato con il Teatro Lenz e con la Fondazione Magnani Rocca. È impegnato come curatore in una ricerca che lo spinge alla…

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