L’orizzonte primitivo di Susana Serpas Soriano. A Roma
Studio Tiepolo 38, Roma – fino al 1° giugno 2019. La bianca perfezione dello spazio invasa da un’esplosione di terra. La natura si riappropria dei suoi spazi: il paesaggio primitivo. La forza. La Materia. Energia. Sangue. Spirito. Cuore.
Trasparenze fumé che delineano campi prospettici sovrapposti in chiarezza su paesaggi senza tempo, in luoghi indefiniti e puri. Ombre che vivono libere nello spazio, come quelle di terra addossate alle pareti. Materiali o immateriali ‒ intrise di sangue ‒ in un discorso ininterrotto che dialoga a intermittenza con il senso stesso di appartenenza. Due figure nude contratte, distese a terra come due orizzonti. Due energie a riposo ma pronte a ergersi di nuovo e a vivere. Cielo, terra, cuore, vento, pioggia e nuvole. Sino alla creazione più complessa: la vita, l’uomo. Una piramide trasparente proietta un’ombra prospettica su una ciotola che contiene del liquido rosso: la consapevolezza di quello che vogliamo guardare e di come vogliamo guardarlo. Ombre di luci, geometrie di chiaroscuri, rettangoli e quadrati. Ombre di ombre. Elementi di terra. E sangue. Alla fine e all’inizio del percorso espositivo che vede protagonista Susana Serpas Soriano (El Salvador, 1976), come una pompa che stringe e si apre, pulsando la vita. Il cuore. Un’origine fatta di vita e sangue che si trasforma in presenza biologica e corpo.
‒ Michele Luca Nero
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